Cuba. Trump pronto ad annunciare il blocco delle relazioni commerciali

di C. Alessandro Mauceri

Il Miami Herald ha annunciato che il prossimo 16 giugno a Miami, in Florida, Donald Trump dichiarerà ufficilamente un radicale cambiamento delle politiche degli Stati Uniti d’America su Cuba.
Un primo assagio in tal senso in realtà si era già avuto quando il presidente Donald Trump aveva affermato di essere pronto a imporre nuove limitazioni ai viaggi e ai trasferimenti di denaro da e verso Cuba. Un annuncio mediaticamente ben preparato dato che è stato diffuso proprio nel giorno in cui, nel 1961, l’esercito americano aveva tentato di invadere Cuba alla Baia dei Porci.
Dopo la storica apertura di Barack Obama, in seguito alla quale erano stati riaperti dopo decenni di ostilità più o meno manifeste non solo i rapporti diplomatici ma gli scambi economici e commerciali, pare che Trump sia ora deciso a fare marcia indietro.
La giustificazione ufficiale sarebbe la “difesa della democrazia e dei diritti umani” in America Latina. L’escamotage trovato da Trump è semplice: come ha annunciato il ministro degli Esteri Usao Mike Pompeo, a partire dal mese de maggio dovrebbe essere applicato alla lettera il capitolo III della legge Helms-Burton del 1996, fino ad ora sospesa da tutti presidenti americani sia democratici che repubblicani, che consentirebbe ai tribunali federali di agire nei confronti delle imprese che lavorano con società cubane nazionalizzate dopo la Rivoluzione del 1959.
Dure le reazioni da parte del governo di Cuba: “Si tratta di un attacco al diritto internazionale e alla sovranità degli stati terzi”, ha detto il ministro degli Affari esteri cubano, Bruno Rodriguez. Rivolgendosi alla comunità internazionale il governo di Cuba ha invitato i paesi di tutto il mondo ad “arrestare l’escalation irrazionale e la politica di ostilità e di aggressione dell’amministrazione Trump”. Blande per contro le reazioni di molti paesi che hanno risposto a questo appello giudicando “deplorevole” la decisione di Washington. E nient’altro.
Secondo molti però la decisione di Trump potrebbe essere stata dettata da motivazioni diverse essendo ormai prossima la corsa per la campagna elettorale per le presidenziali, ovvero per distrarre l’attenzione dai messaggi lanciati dai nuovi pretendenti alla Casa Bianca. Non è un caso se il Tycoon ha anche deciso di attendere giugno e il discorso previsto a Miami per ufficializzare la notizia: la Florida infatti ospita una delle maggiori comunità di esuli cubani, elettori che hanno votato Trump ma che si sono sempre dichiarate contrarie al governo di Cuba.
Intanto, nei giori scorsi, la Giamaica ha annunciato di avere aderito al progetto noto come Belt & Road, la nuova Via della Seta che è alla base dell’espansione commerciale ed economica della Cina. Una “strada” che non si è fermata all’Europa, ma che pare abbia già raggiunto l’America Centrale. A un passo dagli Stati Uniti D’America e da Trump.