Curaçao. Il MoU tra la raffineria statale RdK e il consorzio CORC alla base dell’economia dell’isola

di Alberto Galvi

Il numero uno della raffineria statale RdK (Refineria di Korsou) di Curaçao ha firmato un MoU (Memorandum of Understanding) con il consorzio CORC (Curaçao Oil Refinery Complex) in modo da consentire il riavvio della raffineria di petrolio e il terminal di stoccaggio in acque profonde che ospitava regolarmente operazioni da nave a nave per destinazioni a lungo raggio.
Il partner principale di CORC è un appaltatore olandese, la Dick and Doof, che in precedenza serviva le attività a valle di Shell nei Caraibi e in America Latina. La raffineria è stata costruita da Shell e nel 1918 è stata avviata.
Per più di un anno Curaçao ha lottato per riavviare la raffineria di petrolio da 335mila barili al giorno e il terminal di Bullen Bay dopo che il contratto di locazione a lungo termine con la compagnia statale venezuelana PdVSA è terminato nel dicembre 2019.
La PdVSA trattava circa 220mila barili al giorno di greggio venezuelano. Precedenti accordi provvisori erano stati presi con la cinese GZE (Guangdong Zhenrong Energy) e la tedesca Klesch, ma fallirono.
Curaçao faceva parte della rete logistica vicino alla costa ed era in mano alla PdVSA ma da allora l’ha persa, ad eccezione dell’inoperabile terminal petrolifero di Bopec a Bonaire. L’attività della PdVSA ha iniziato a calare diversi anni fa, quando nei confronti del Venezuela furono emanate sanzioni americane.
La Citgo, filiale statunitense della raffinazione della PdVSA, avrebbe dovuto ristrutturare la raffineria di Aruba nel 2016, con un progetto da 1,1 miliardi di dollari. Il progetto è però saltato nel 2019, dopo che l’opposizione politica venezuelana, sostenuta dagli Usa ha strappato il controllo della Citgo alla PdVSA.
L’accordo in sospeso per Curaçao coincide con i colloqui separati di Aruba tra le società statunitensi Eagle LNG e Quanten per ristrutturare la propria raffineria e il proprio terminal, insieme agli altri asset ex PdVSA.
Per l’economia dell’isola queste risorse sono viste come fondamentali, tanto più da quando la pandemia Covid-19 ha devastato il turismo.