Eau. Navi sabotate, gli Usa puntano il dito contro l’Iran

di Guido Keller

Informazioni ancora non chiare e a tratti contraddittorie danno due petroliere saudite della Saudi Aramco aver subito pesanti azioni di sabotaggio al largo della costa di Fujairah, negli Emirati Arabi Uniti.
Dal ministero dell’Energia saudita si è appreso che non vi sono state vittime ne’ perdita di petrolio in mare, ma che la struttura delle due navi avrebbe subito importanti danni. Uno dei due mezzi era diretto negli Usa e si apprestava a superare lo Stretto di Hormuz, lo stesso che gli iraniani avevano minacciato di chiudere dopo che gli Usa hanno deciso di sanzionare chi, come l’Italia, acquista petrolio dall’Iran, e proprio gli Stati Uniti hanno avvertito nei giorni scorsi che avrebbero potuto verificarsi azioni da parte dell’Iran contro il traffico petrolifero.
Già nei giorni scorsi si era parlato di altri 4 casi simili di navi oggetto di azioni di sabotaggio con esplosioni in uno dei porti degli Emirati, ma poi le informazioni erano finite in un turbine delle accuse e delle smentite.
Khalid al-Falih, ministro per l’Energia dell’Arabia Saudita, ha parlato di “attacco che mira a indebolire la libertà di navigazione e la sicurezza delle forniture di petrolio a tutto il mondo”.
A causa delle tensioni con l’Iran, e quindi per scongiurare il blocco dello Stretto di Hormuz dal quale passa il 70% del petrolio mondiale, gli Usa hanno inviato nell’area la portaerei Usa Abraham Lincoln con il suo gruppo navale, come pure la nave anfibia Arlington che trasporta marine, veicoli anfibi ed elicotteri utilizzabili in vari tipi di operazioni militari. Inoltre nei paesi limitrofi sono state dislocate le batterie missilistiche da difesa Patriot.
E’ difficile dire se vi sia davvero l’Iran dietro i sabotaggi: sarebbe il casus che Washington cerca per aumentare le tensioni e portare al Consiglio di sicurezza Onu un dossier, com’era avvenuto per le inesistenti armi di distruzione di massa inventate per scatenare il conflitto in Iraq.