Ecuador. Accordo tra governo e manifestanti

di Paolo Menchi

Dopo quasi tre settimane di violenti scontri sembra essere arrivata al termine la massiccia protesta degli indigeni dell’Ecuador incentrata soprattutto sul costo del carburante, che ha messo in stato di allarme l’intero Paese per una ventina di giorni.
Durante questo periodo i deputati dell’opposizione della corrente di Rafael Correa hanno anche presentato senza successo una mozione per la destituzione del presidente.
Lo scorso giovedì davanti alle telecamere è stato siglato un accordo, frutto di compromesso tra le richieste dei manifestanti e quanto voleva concedere il governo, secondo il quale verrà abbassato, grazie a contributi statali, di 15 centesimi per gallone il prezzo delle tre principali benzine utilizzate in Ecuador.
La richiesta dei manifestanti era di abbassare il costo di 40 centesimi mentre, ma il presidente aveva offerto non più di 10 centesimi di riduzione.
Tuttavia l’intesa, che le due parti hanno fissato di rivedere tra 90 giorni per verificarne l’esecutività, prevede concessioni anche più importanti per gli indigeni in tema minerario, con la revisione del decreto 151.
L’accordo prevede che per istituire nuove miniere sarà necessario avere il consenso degli abitanti delle zone interessate tramite consultazione popolare, limitando notevolmente l’attività nelle zone protette, dove ci sono fonti d’acqua e nelle zone ancestrali dove gli indigeni hanno le loro radici.
Nel compromesso è anche prevista la possibilità per soggetti privati di investire nelle attività petrolifere.
Non era facile raggiungere un accordo anche perché le organizzazioni indigene erano diverse e per certi temi anche molto divise ed è stato determinante il ruolo di mediazione della chiesa cattolica ecuadoriana.
Non è chiaro come si sia arrivati al compromesso in merito alle altre richieste dei manifestanti riguardanti la lotta alla povertà e la politica sociale del governo, soprattutto in tema sanitario e la richiesta di combattere la corruzione.
Ricordiamo che il presidente Lasso, ex banchiere, è stato eletto circa un anno fa nella coalizione di destra che ha battuto la concorrenza del candidato schierato dalla sinistra correista che aveva sempre vinto le elezioni dal 2007 in poi.
Complice anche la congiuntura internazionale, nell’ultimo anno l’inflazione in Ecuador ha subito un netto e costante aumento che ha indebolito ancora di più il livello di vita di ampi strati della popolazione che vivono in condizioni di estrema povertà, tutto questo non ha giovato alla popolarità di Guillermo Lasso, in forte calo secondo i sondaggi.