Ecuador. González e Noboa: dibattito su sicurezza e economia in vista del ballottaggio del 15 ottobre

di Alberto Galvi

I candidati alla presidenza dell’Ecuador Luisa González e Daniel Noboa si sono affrontati nell’ultimo dibattito prima del ballottaggio del 15 ottobre. L’incontro ha offerto a entrambi i candidati una piattaforma per affrontare questioni a lungo latenti nel paese, come l’aumento dei tassi di criminalità violenta e l’economia in difficoltà. Ma chiunque vinca la corsa dovrà affrontare un mandato presidenziale non convenzionale e abbreviato.
Nel dibattito la prima questione discussa è stata l’economia, con i candidati che hanno offerto soluzioni su questioni come i bassi profitti petroliferi e l’elevata disoccupazione giovanile. Noboa ha costruito la sua campagna attorno all’idea di attrarre investimenti esteri. Il suo piano prevede incentivi per assumere più giovani lavoratori, investimenti pubblici nella rete elettrica per abbassare i costi energetici, ammodernamento delle raffinerie di petrolio e concessione di prestiti con tassi ipotecari bassi per i nuovi acquirenti di case.
La González ha invece difeso il ruolo preminente delle iniziative sostenute dallo Stato nell’economia nazionale e si è impegnata ad aumentare la spesa sociale. Per i suoi primi 100 giorni in carica la González si è impegnata ad assumere mille nuovi medici per rafforzare il settore sanitario e a investire altri 140 milioni di dollari nell’istruzione superiore.
La González è una correista, e rappresenta il Movimento di Rivoluzione Cittadina, che ha ottenuto il maggior numero di voti al primo turno delle elezioni del 16 agosto, ma con il 33,6 per cento dei voti non è riuscita a ricevere abbastanza sostegno per evitare il ballottaggio.
Un altro grave problema che i candidati presidenziali di quest’anno devono affrontare è la criminalità. Negli ultimi anni la violenza è aumentata, con i cartelli della droga e le organizzazioni criminali che hanno espanso la loro presa sull’Ecuador.
Il paese sudamericano è sulla buona strada per diventare il terzo paese più violento della regione, dietro Honduras e Venezuela. Da gennaio a giugno la polizia ecuadoriana ha registrato 4.374 omicidi, con circa 19 persone uccise al giorno. Il vincitore delle prossime elezioni resterà in carica solo fino al 2025, che è la data di scadenza del mandato di Lasso.