Erdogan in Egitto, ‘doveroso riconoscere Palestina’. Premier turco alza i toni con Israele, ‘deve chiedere scusa’

Ansa, 13 set 11 –

Accolto come una star al Cairo, prima tappa del suo tour nei Paesi della ‘primavera araba’ che lo portera’ anche in Tunisia e in Libia, il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan si e’ presentato come il paladino della causa palestinese e come il difensore delle ”legittime” richieste di liberta’ e democrazia derivate dalle proteste popolari nel mondo arabo. In una giornata fitta di impegni che hanno portato Erdogan, leader del partito islamico moderato Giustizia e Sviluppo, ad incontrare anche il gran imam di Al ahzar Ahmed el Tayyeb e il mufti d’Egitto Ali Gomaa, il premier turco ha illustrato la sua visione del ruolo della Turchia in una regione, quella mediorientale, che, ha detto, non puo’ essere considerata separata. Priorita’ assoluta ad uno Stato palestinese indipendente. Non e’ un’opzione ma un dovere, ha scandito Erdogan davanti ai ministri degli esteri della Lega Araba, che proprio ieri sera hanno incontrato il presidente palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas), per rinnovargli il loro impegno a sostegno della iniziativa per ottenere l’adesione alle Nazioni Unite. ”Facciamo sventolare la bandiera della Palestina sull’Onu e e questa diventera’ il simbolo di un Medio Oriente di pace” ha affermato Erdogan, che in una successiva conferenza stampa ha definito la questione palestinese come ”una ferita”. Il premier turco ha quindi rinnovato la sua contrarieta’ al blocco della Striscia di Gaza, imposto da Israele. Lo ha fatto per accomunare Turchia e Egitto nelle ”aggressioni” subite da Israele, la prima con l’attacco contro la Flottiglia della Liberta’, il secondo con l’uccisione di sei guardie di frontiera. Atti ”irresponsabili”, ha sostenuto il premier turco, con i quali Israele sta mettendo a repentaglio la sicurezza dei suoi stessi cittadini. Erdogan ha detto chiaramente che i rapporti con Israele non saranno normalizzati con il ritorno dell’ambasciatore israeliano ad Ankara, fino a quando non saranno state rispettate le condizioni poste sul tavolo non appena si e’ saputo del rapporto dell’Onu sull’attacco alla flottiglia. Erdogan ha nuovamente chiesto le scuse di Israele, ribadendo che la Turchia non rimarra’ in silenzio, ma per ottenerle percorrera’ tutte le strade in sede di giustizia internazionale. Erdogan ha anche dato il suo sostegno all’avvio di riforme sociali ed economiche per dare corpo alla transizione verso la democrazia nel mondo arabo e per ”rispondere alle legittime richieste” della popolazione alle quali, ha messo in guardia, non bisogna rispondere con la forza. In serata in un discorso all’Opera il premier ha poi attaccato anche il presidente siriano Bashar el Assad proprio per non avere fatto le riforme mentre – ha ricordato – aumenta il numero dei morti tra i civili. ”Non gli crediamo piu”, ha dichiarato. Sempre oggi Erdogan ha incontrato il capo del Consiglio supremo delle forze armate Hussein Tantawi e il suo omologo egiziano essam Sharaf con il quale ha firmato una serie di accordi bilaterali. L’obiettivo, hanno spiegato in una conferenza stampa congiunta, e’ portare l’interscambio commerciale dei due paesi da tre a cinque miliardi di dollari, soprattutto nei settori del turismo, dell’energia e dei trasporti.