Europee. Vola la Lega, ma non i sovranisti: Salvini non potrà fare la voce grossa a Bruxelles

Miglior risultato l’Alde di Verofstadt, +38 seggi.

di Enrico Oliari

La vittoria della Lega Nord e della destra “sovranista” in Italia rappresenta un dato inconfutabilmente importante, da leggersi tuttavia più nelle dinamiche locali ed interne al governo che nel panorama politico rappresentato dal nuovo Parlamento europeo.
Sebbene i Socialisti (S&D) e i Popolari europei abbiano perso per la prima volta in 40 anni la maggioranza aggiudicandosi rispettivamente 145 e 180 seggi, sono lontani dal quella quota 376 necessaria per controllare la maggioranza, e sarebbero quindi obbligati a chiedere l’aiuto a Guy Verofstadt, che con i liberali dell’Alde ha messo le mani su 109 seggi (+41 rispetto al 2014) ed insieme arriverebbero a 436 scranni. Non è da escludersi poi un ulteriore sostegno dei Verdi, altro gruppo che ha conseguito un ottimo risultato prendendo 69 seggi, per cui si arriverebbe addirittura a 503 seggi, una maggioranza se non bulgara, quasi. Non vi saranno deputati di +Europa nelle fila dell’Alde, in quanto il partito guidato da Benedetto Della Vedova ha preso solo il 3,0% e non ha superato la soglia di sbarramento del 4.
La Lega in Italia ha strabordato con il 34,3%, Matteo Salvini ha già dichiarato che “in Europa ridiscuteremo tutti i parametri” economici e che, in quanto primo partito, si aspetta una commissione di rilievo, ma difficilmente potrà battere i pugni sul tavolo di Bruxelles dal momento che il gruppo a cui partecipa, quell’Alleanza Europea dei Popoli e delle Nazioni (ex Enf) a cui partecipano il Raggruppamento Nazionale di Marine Le Pen, il Partito del Popolo Danese, Alternative fuer Deutschland, l’austriaco Fpoe, il Partito dei Veri Finlandesi ed altri, è andato bene (+22 seggi) ma non ha sfondato, conquistando solo 54 seggi. Salvini non potrà neppure contare sul Brexit Party di Nigel Farage, che partecipa al gruppo con 29 nuovi deputati, dal momento che con l’attuazione definitiva della Brexit entro il 31 ottobre, da loro stessi invocata, saranno costretti a lasciare l’Europarlamento. Farage farà pesare il suo peso (33%) in Gran Bretagna, dove cercherà di arrivare a Downing Street.
Non a caso Margaritis Schinas, portavoce della Commissione europea, ha commentato che “I populisti non hanno vinto le elezioni, le hanno vinte le forze pro-Ue di tutto lo spettro politico”. Come darle torto. Anche l’Ecr (Conservatori e riformisti europei) a cui partecipa Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni (6,4% il risultato nazionale), risulta in calo e riempirà 59 seggi.
Si infrange così sullo scoglio dei numeri il disegno di Silvio Berlusconi di dar vita ad un’alleanza fra i Popolari europei ed i sovranisti, perché i numeri non ci sono. D’altronde con il suo partito non ha saputo dare un contributo decisivo, dal momento che Forza Italia ha realizzato un deludente 8,6 per cento. Meglio hanno fatto gli ungheresi di Fidez, i quali hanno realizzato qualcosa come il 52 per cento delle preferenze. Viktor Orban, che in marzo è corso a Bruxelles supplicando Juncker di non essere espulso dal Ppe, porta in Europa 13 deputati sui 21 assegnati per il suo paese.
Il problema di Salvini è quindi che nessuno vuole ne’ ha interesse ad allearsi con i sovranisti, ed anche lo Spitzenkandidat del Ppe alla guida della Commissione europea, il tedesco Manfred Weber (Csu) ha già detto di non volerne sapere.
E ii 5Stelle di Luigi di Maio? Superati dal PD (22,7%), sono letteralmente crollati passanto dal 32,7% delle politiche dle 2018 al 17,1% di oggi, ed ancora non è chiaro a quale gruppo aderiranno i 15 deputati eletti.

Italia. Deputati per partito:
– Lega, 29
– PD, 20
– M5S, 15
– FI, 6
– FDI, 5
– SVP, 1