Finlandia. Al via l’era Nato, ma la Russia riposiziona il suo arsenale strategico

di Alessandro Pompei

Non appena la Finlandia è entrata a far parte della NATO rinunciando alla sua neutralità, come facilmente prevedibile il sistema missilistico russo strategico mobile RS-24 Yars è stato notato nell’area di confine di Vyborg. L’RS-24 è tra i più nuovi e distruttivi sistemi strategici russi, ha cominciato ad entrare in servizio nel 2010 e nel 2017 le forze strategiche di Mosca ne avevano in dotazione più di cinquanta; il sistema è costituito da un veicolo a trazione multipla 16×16 MZKT-79221, sviluppato dall’azienda statale bielorussa MZKT, ed è equipaggiato con un missile intercontinentale RS-24 con una gittata di circa 12mila km a guida ibrida inerziale/satellitare, per la guida satellitare si appoggia alla costellazione russa GLONAS.
La precisione di tale vettore balistico è stimata attorno ai 150m, e quindi è possibile desumere che con le sue 4 testate termonucleari MIRV da 500 chilotoni ciascuna potrebbe incenerire ogni città dell’Unione Europea, da Helsinki a Tenerife, nella comunità autonoma delle Canarie.
Tale ridispiegamento ai confini con la Finlandia è una chiara conseguenza dell’ingresso di questa nella Nato, che non comporta un’incrementato della sicurezza per la Russia e tanto meno per la sicurezza per le nazioni europee, le quali sono alle prese con una devastante inflazione generata tanto dai problemi nell’importazione quanto dalle attività speculative che hanno comportato un aumento del costo delle materie prime “non solo energetiche”.
È chiaro che si è alla vigilia della nascita di un mondo multipolare, e ciò non è nelle speranze degli Stati Uniti d’America. L’attuale potenza egemone sta cercando di serrare i ranghi, ma potrebbe essere tentata, “vista la lontananza da una linea del fronte”, di giocare la carta del tutto per tutto. In questo caso sacrificando magari Europa e Giappone alla devastazione nucleare tattica, negoziando prima di una propria devastazione nucleare strategica avendo in ogni caso le controparti (Russia e Cina) pesantemente indebolite.
Si tratta di uno scenario escatologico, difficile ma non impossibile da realizzarsi: rientra negli interessi dell’Unione Europea tale appiattimento sulla leadership Usa?