Finlandia e Svezia perdono la verginità ed entrano nella Nato. A spese dei curdi

di Shorsh Surme

Alla fine l’ha spuntata il presidente turco Recep Tayyp Erdogan: la Nato si allargherà alla Finlandia e alla Svezia a spese dei curdi. Erdogan aveva annunciato il veto all’entrata dei due paesi, tradizionalmente neutrali, nell’Alleanza Atlantica per via del sostegno alla causa curda e della protezione data ad esponenti del Pkk turco e di altre formazioni curde.
Finlandia e Svezia hanno così ceduto, e ben 33 curdi saranno immediatamente estradati ed imprigionati in Turchia con l’accusa di terrorismo. In un paese dove basta essere curdi per essere accusati di terrorismo. Tuttavia i due paesi scandinavi si sono impegnato anche a non sostenere neppure i curdi siriani, quelli di Kobane e della lotta all’Isis, per Erdogan terroristi pure quelli, dando di fatto al “sultano” il beneplacito per l’occupazione di altre terre in Sira, anzi, nel Kurdistan Siriano (Rojava).
Per gli analisti quella che è una grande vittoria per la Nato è anche una grande vittoria per Erdogan, una manna dal cielo per risvegliare l’economia nazionale in seria difficoltà, con i turchi che quotidianamente hanno a che fare con un’inflazione che supera il 70%. Joe Biden ha ringraziato il collega turco per l’accordo, ancora un memorandum, con la Svezia e la Finlandia, ed Erdogan ha promesso un corridoio per far uscire via mare il grano dall’Ucraina. Anche questo un successo politico per il leader turco da capitalizzare alle elezioni presidenziali del 2023.
L’ accordo prevede che i Paesi nordici revochino l’embargo sulle armi imposto alla Turchia, inaspriscano le loro leggi contro i militanti curdi e garantiscano una “piena cooperazione con la Turchia nella lotta contro il PKK e i suoi affiliati”, nell’ottica di Ankara anche l’Ypg, l’ala armata del Pyd (Partito democratico) che con il Pkk ha poco o nulla a che fare e la cui azione in Siria contro l’Isis è stata sotto gli occhi di tutti.
La Turchia ospita 20 milioni di curdi, uno dei più grandi gruppi etnici al mondo senza patria. La popolazione curda conta complessivamente 45 milioni di persone, ed è distribuita tra Turchia, Iraq, Iran e Siria, oltre che nelle diaspore di emigrati in tutto il mondo. I curdi hanno affrontato decenni di persecuzioni nel corso della storia moderna della Turchia, ed anche oggi decine di parlamentari e di esponenti dell’Hdp, il partito curdo della Turchia ben distante dal Pkk, sono in prigione con la traballante accusa di terrorismo.
Se il Pkk (Partito curdo dei Lavoratori) è considerato gruppo terroristico dall’Ue, dagli Usa ed ovviamente dalla Turchia, l’ossessione di Erdogan per i curdi va oltre e spesso arriva all’epurazione etnica vera e propria, con villaggi bombardati dentro e fuori i confini turchi e una moltitudine di civili uccisi o costretti a fuggire dalle loro terre. Il tutto nel silenzio calcolato dell’occidente, che ai curdi privilegia l’alleato turco. E da oggi anche di Svezia e Finlandia, che al vertice di Madrid hanno perso la loro verginità.