di Alberto Galvi –
La Francia sta rafforzando dal 2019 la propria presenza nella regione dell’Indo-Pacifico che si estende da Gibuti alla Polinesia, ed ha gradualmente incrementato la sua attività in questa parte del mondo insieme ad alcune delle sue controparti europee, come la Germania.
Parigi ha ampi interessi in tutto il Pacifico inclusa la Polinesia francese, Tahiti, la Nuova Caledonia, il Wallis e il Futuna. Dopo aver nominato il primo ambasciatore francese per l’Indo-Pacifico nell’ottobre 2020, la Francia possiede chiari interessi acquisiti a partire dalla protezione di circa 1,6 milioni di cittadini francesi dispersi nei vari territori che rappresentano il 93 per cento della EEZ (Exclusive Economic Zone) della Francia, rendendola la seconda al mondo dopo gli Usa.
L’Indo-Pacifico si sta lentamente ma inesorabilmente trasformando in un serio teatro navale per attività multinazionali con una visione per stabilire un ordine libero, aperto, inclusivo e basato su regole per sostenere la libertà di navigazione e l’uso cooperativo pacifico dei mari.
D’altra parte la Cina si sforza di stabilire un perimetro difensivo attorno ai mari su cui si affaccia: Mar Giallo, Mar Cinese Orientale e parte del Mar Cinese Meridionale, seguendo una politica di diniego del libero accesso al mare in queste aree.
La Francia ha una partecipazione strategica ed economica diretta in Nuova Caledonia, Polinesia francese, Wallis e Futuna, ed è membro della SPC (Secretariat of the Pacific Community) e dello SPREP (Secretariat of the Pacific Regional Environment Programme). Dal 2018 la Francia e l’Australia hanno in vigore un accordo di supporto logistico reciproco militare.
Con la Francia e le marine della Quad (Quadrilateral Security Dialogue) che si uniscono, anche altri paesi come il Regno Unito, che hanno interessi nell’Indo-Pacifico potrebbero essere inclini ad aderire all’iniziativa, ma la cosa richiederebbe anche un maggior impegno da parte dei paesi dell’ASEAN (Association of South-East Asian Nations) affinché si facciano avanti nel dialogo sulla sicurezza del Quad.
Nei giorni scorsi gli Usa, l’Australia e il Giappone si sono uniti alla Francia nel dare il via all’esercitazione di La Pérouse, guidata dalla Marina francese. La situazione in evoluzione nella regione indo-pacifica sulla scia della crescente assertività cinese, che è diventata un importante punto di discussione tra le principali potenze globali.
L’obiettivo del governo Macron è avere un forte coinvolgimento nella risoluzione delle crisi regionali e un maggiore sostegno al multilateralismo regionale. Questi obiettivi prevedono la promozione dei beni pubblici comuni come la protezione del clima e della biodiversità, sanità, istruzione.
Per la Francia, così come per l’Unione Europea in generale, la Cina è considerata una concorrente economica e un partner con cui confrontarsi su alcune importanti questioni globali, come il cambiamento climatico. Pechino è un concorrente francese per quanto riguarda il commercio, la tecnologia e le questioni industriali e un rivale per le sue posizioni sui diritti umani.
La Francia sta costruendo nella regione tutta una serie di alleanze: lo scorso settembre si è tenuto ad alto livello il primo incontro trilaterale tra Francia, India e Australia, ma sono stati implementati gli scambi con il Giappone sulle questioni indo-pacifiche.
Entro la fine dell’anno Parigi promuoverà un’agenda indo-pacifica a livello europeo, per cui si aspetta che una strategia europea per l’Indo-Pacifico possa essere concretizzata.