G20. Vertice in Arabia Saudita tra violazioni dei diritti umani e lotta al coronavirus

di Alberto Galvi

L’Arabia Saudita ha ospitato sabato e domenica scorsa il vertice del gruppo G20 sottolineando ancora di più la spinosa situazione in cui si trovano gli attivisti sauditi per i diritti umani, accusati di approssimati reati basati sul loro attivismo compresi i loro contatti con organizzazioni internazionali per i diritti umani, l’UNHRC (United Nations Human Rights Council) e organi di stampa internazionali.
Particolare attenzione è stata riservata alla detenzione dell’attivista per i diritti delle donne Loujain al-Hathloul, agli arresti domiciliari da marzo, e dell’ex principe ereditario Mohammed bin Nayef, che ha fatto perdere alla famiglia regnante sostegni importanti. Gli altri attivisti detenuti sono Nassema al-Sadah, Samer Badawi e Nouf Abdulaziz, così come gli attivisti Salah Haidar, Waleed Abu al-Khair, Essam Koshak e Raif Badawi.
Il G20 offre al regno saudita l’immagine di un Paese moderno e globalizzato, ma non distoglie l’attenzione internazionale dalla realtà degli abusi dei diritti tra cui l’incarcerazione e le molestie di dissidenti pubblici e di attivisti per i diritti umani. Senza contare gli attacchi illegali ai civili nello Yemen e il disprezzo delle richieste internazionali di responsabilità per l’omicidio del giornalista saudita Jamal Khashoggi.
Re Salman dell’Arabia Saudita ha invitato i Paesi membri a rassicurare la comunità globale che è in atto tutto il possibile per combattere la pandemia di coronavirus e per garantire un accesso economico ed equo ai vaccini. Come previsto i partecipanti al vertice hanno discusso dell’impatto della pandemia di coronavirus sull’economia mondiale e hanno esaminato i modi per stimolare la ripresa e la crescita economica.
I Paesi membri del G20 sono: Argentina, Australia, Giappone, Messico, Russia, Arabia Saudita, Brasile, Regno Unito, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Indonesia, Turchia, Usa, Italia, Sud Africa, Corea del Sud e Unione Europea.
Al summit sono state invitate anche diverse organizzazioni internazionali come la FAO (Food and Agriculture Organization), FSB (Financial Stability Board), ILO (International Labour Organization), IMF (International Monetary Fund), OECD (Organization for Economic Co-operation and Development), UN (United Nations), WB (World Bank), WHO (World Health Organization), WTO (World Trade Organizzation), AMF (Arab Monetary Fund), IDB (Islamic Development Bank), ASEAN (Association of South-East Asian Nations), AU (African Union), GCC (Gulf Cooperation Council) e NEPAD (New Partnership for Africa’s Development).
Nonostante la mancanza di potere del vertice del G20 di prendere decisioni formali, i leader di questi Paesi rappresentano due terzi della popolazione mondiale, dando l’impressione che alla fine potrebbero assumere il ruolo di un organo di governo mondiale.
I leader del G20 hanno dichiarato al termine del vertice che sarà prorogata fino a luglio 2021 la DSSI (Debt Service Suspension Initiative), inizialmente creata ad aprile ed estesa ad ottobre; la DSSI è stata creata per alleggerire il peso del debito dei paesi in via di sviluppo, consentendo loro di concentrare tutte le risorse sulla lotta alla pandemia.
Quest’anno per la prima volta il vertice del G20 si è tenuto principalmente online a causa della pandemia. L’unica nota positiva di questo vertice potrebbe arrivare dalla sua esposizione internazionale affinché il regno saudita cessi le violazioni dei diritti umani.