G7, ‘restiamo uniti, la Russia non deve vincere’

Zelensky è tornato a chiedere più armi, sanzioni alla Russia e aiuto per sbloccare il grano. Piano da 600 miliardi per contrastare il neo colonialismo cinese.

di Guido Keller

Al centro dell’edizione tedesca del G7, organizzata nel castello di Elmau a Garmisch-Partenkirchen, c’è la crisi ucraina, con i capi di stato e di governo che hanno espresso piena unità nell’”aiuto all’Ucraina per la difesa della propria sovranità nazionale ed integrità territoriale”, tenendo fermo il principio secondo cui dovrà essere “il popolo ucraino a difendersi e a scegliere il proprio futuro, senza pressioni o influenze esterne”.
Nella nota congiunta è stato inoltre riportata la necessità di un coordinamento per le forniture militari e di difesa agli ucraini, compresi il supporto logistico, la cooperazione di intelligence e l’addestramento dei militari.
Come ha spiegato il premier italiano Mario Draghi, “noi siamo uniti”, la Russia “non deve vincere”. “perché se l’Ucraina perde, tutte le democrazie perdono. Se l’Ucraina perde, sarà più difficile sostenere che la democrazia è un modello di governo efficace”.
Il proposito è comunque quello di coordinare gli sforzi, oggi lasciati alle singole iniziative come quella annunciata ieri dal britannico Boris Johnson di fornire altre 525 milioni di sterline a garanzia dei prestiti dell’Ucraina, cifra che porta a 1,8 miliardi di sterline l’impegno britannico verso Kiev.
Al G7 è intervenuto in videoconferenza anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il quale ha chiesto più armi tra cui sistemi di difesa aerea, aiuto per sboccare l’esportazione del grano e nuove sanzioni, dopo che solo ieri è stato annunciato da Usa, Giappone, Canada e Gran Bretagna lo stop all’importazione di oro dalla Russia, un’iniziativa che potrebbe essere seguita anche dagli altri partecipanti.
Altro tema trattato al G7 è, per dirla in parole povere, il contrasto al neo colonialismo cinese. L’idea, presidente Usa Joe Biden, è quella di porre un argine alla crescente influenza della Cina nel mondo mobilitando 600 miliardi di dollari entro il 2027 per investire in infrastrutture e in energia verde presso i paesi emergenti, favorendo anche il rispetto dei diritti civili, l’eguaglianza sociale e l’equità di genere.
Per Biden, che è pronto a mettere sul tavolo 200 miliardi in cinque anni tra investimenti pubblici e privati, è anche importante che “i nostri dati on line non vengano utilizzati dagli autocrati per accrescere il loro potere e reprimere i popoli”.
Alla luce dell’instabilità globale innescatasi con l’invasione russa dell’Ucraina e il conseguente rialzo dei costi dell’energia, i leader di Usa, Italia, Canada, Giappone, Gran Bretagna, Francia e Germania hanno discusso della necessità di combattere l’inflazione mantenendo la crescita, e già la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha garantito l’impegno dell’Ue a tal proposito.