Gambia. Elezioni presidenziali: il presidente Adama Barrow si prepara a vincere il secondo mandato

di Alberto Galvi

Il prossimo 4 dicembre i gambiani si recheranno alle urne per scegliere il presidente del paese. La Commissione elettorale indipendente ha ritenuto non idonei 15 dei 21 aspiranti candidati per una elezione che vedrà quattro sfidanti cercare di spodestare il presidente in carica Adama Barrow.
Il presidente è eletto direttamente a maggioranza semplice con voto popolare per un mandato di 5 anni, ma senza limiti, mentre il vicepresidente è nominato dal presidente. Inoltre nel 2022 saranno eletti 53 dei 58 membri dell’Assemblea nazionale unicamerale, mentre 5 membri verrannoo nominati dal presidente.
Questo è il primo voto in 27 anni che non includerà l’ex leader in esilio Yahya Jammeh, che è fuggito dal paese all’inizio del 2017 dopo aver rifiutato di accettare la sua sconfitta.
Jammeh ha preso il potere in Gambia nel 1994 in seguito a un colpo di Stato militare non cruento. Successivamente è stato ripetutamente rieletto in circostanze controverse fino a quando non è stato sconfitto nel dicembre 2016 da Barrow. Jammeh è stato costretto all’esilio in Guinea Equatoriale dopo una crisi di sei settimane che si è conclusa con l’intervento militare di altri paesi della regione.
Barrow ha prestato giuramento come presidente nel gennaio 2017 in una cerimonia tenutasi presso l’ambasciata del Gambia nella capitale del Senegal, Dakar.
Il candidato favorito in questa elezione è Adama Barrow del partito NPP (National People’s Party). Il presidente in carica doveva servire come leader di transizione per tre anni, ma invece ha deciso di terminare il suo mandato e ricandidarsi.
Gli altri candidati sono Ousainou Darboe del partito UDP (United Democratic Party), Mama Kandeh del partito GDC (Gambia Democratic Congress), il candidato indipendente Essa Mbye Faal e Halifa Sallah del partito PDOIS (People’s Democratic Organisation for Independence and Socialism).
Chiunque vincerà queste elezioni dovrà comunque continuare i negoziati per il nuovo sostegno finanziario iniziato da Adama Barrow con il FMI (Fondo Monetario Internazionale), la Banca mondiale, l’Unione Europea e la Banca africana di sviluppo.