Gange. Il fiume sacro “profanato” che non purifica e che uccide

di C. Alessandro Mauceri –

gange inquinato grandeIl Gange è il fiume sacro dell’India. Nasce sulle pendici dell’Himalaya tra i ghiacciai sacri a Shiva e attraversa città sacre come Rishikesh ed Haridwar fino a confluire in mare aperto nel Golfo del Bengala; il suo delta è immenso, è grande 350 km.
Milioni di indiani fanno pellegrinaggi verso le sponde del Gange per bagnarsi nelle sue acque. Ogni sei anni i credenti nel Brahman si ritrovano alla confluenza del Gange con lo Yamuna e il Saraswati per celebrare la festa del Ardh Kumbh Mela, il cui culmine è rappresentato dalla cerimonia del Shahi Snan, il bagno purificatore nelle acque del grande fiume sacro. Una pratica che la credenza induista associa alla purificazione dai peccati, ma che ora rischia di provocare gravi danni alla salute dei milioni di pellegrini in arrivo da tutta l’India. Per gli hindu il Gange rappresenta la dea Ganga, generatrice di tutte le acque, la madre generosa che disseta, purifica e guarisce.
Ma le acque del fiume Gange non sono poi così pure. Ogni anno decine di tonnellate di ceneri delle cremazioni e di resti umani vengono gettati nel fiume. A questo si aggiungono gli scarichi dovuti alle molte città che fanno defluire le proprie fogne direttamente nel fiume, senza nessun tipo di filtro o depurazione. Grandi città come Dheli, Allahabad e Varanasi, scaricano i liquami altamente tossici di scarto delle industrie nel fiume e nei suoi affluenti. “L’acqua del fiume è talmente lurida che nessuno è in grado di immergersi”, ha detto Shankaracharya Vasudevanand Saraswati, guida spirituale del più importante monastero induista di Allahabad. Un inquinamento che ne ha anche cambiato il colore: “Ora ha un colore rosso scuro, mentre una volta era tra il verde e l’azzurro”.
A lanciare l’allarme anche Hari Chaitanya Brahmachari, responsabile del monastero di Varanasi: “I pellegrini vengono qui per lavare i loro peccati, ma dopo un’immersione rischiano di portare in giro per il Paese qualche malattia della pelle”.
L’inquinamento del fiume è una miscela terrificante di colibatteri fecali (secondo alcuni il loro livello sarebbe tremila più dei limiti tollerabili) e di altri elementi inquinanti causati dal fatto che nel fiume confluiscono decine di prodotti chimici utilizzati per usi agricoli e idroelettrici. Nel fiume proliferano batteri, virus e parassiti che sono all’origine di colera, epatiti, patologie gastrointestinali e parassitosi che ogni anno colpiscono e, a spesso uccidono, bambini ed adulti che si cibano dei prodotti agroalimentari irrigati con le medesime acque.
Oggi il Gange è il fiume più inquinato del subcontinente ed è tra i 10 fiumi più inquinati al mondo. Molti dei devoti shivaiti che si bagnano ritualmente nel fiume sacro e che vivono in eremitaggio lungo le sue sponde sostengono i movimenti ambientalisti. E così le sette di Nagha e Sadhu. Ciò non impedisce però a gran parte della popolazione di continuare ad inquinare il fiume oltre ogni immaginazione.
Al punto che diversi leader religiosi hanno minacciato di boicottare la Ardh Kumbh Mela e addirittura, come Hari Chaitanya Brahmachari, di promuovere un’azione legale presso l’alta Corte di Allahabad.
Per questo il 30 gennaio la Missione nazionale per Clean Ganga (NMCG) ha organizzato una consultazione delle parti interessate a livello nazionale dal nome “Swachh Ganga-Gramin Sahbhagita, il cui obiettivo è “pulire e ringiovanire” il fiume Gange attraverso la partecipazione attiva della popolazione rurale. Agli incontri parteciperanno i Gram Pradhan di 1649 gram panchayat, i governatori di Jharkhand e Uttrakhand, i ministri dello Sviluppo delle risorse umane, del turismo, degli affari, della gioventù e sport, dello sviluppo rurale dell’Unione e dell’Acqua potabile e servizi igienico-sanitari, insieme con numerosi politici eminenti e rapprenstanti di diverse ONG.
Scopo degli incontri definire una piattaforma per discutere le questioni e le possibili soluzioni da adottare per il Gange ringiovanimento ma anche la stipula di un protocollo d’intesa tra i governi dello Jharkhand e dell’Uttrakhand.
“Ganga figlia del dio della montagna e sorella di Parvati, moglie di Shiva, era talmente bella che gli dei decisero di non farla scendere sulla terra, ma quando il re Bhagirata, dopo aver trascorso mille lunghissimi anni in meditazione e preghiera sottoponendosi a tutte le privazioni del corpo, chiese a Brahma di far scendere le potenti acque purificatrice di Ganga sulla terra, li dio acconsentì e concesse a Bhagirata il suo desiderio”.
Non aveva tenuto in conto gli interessi delle multinazionali e le conseguenze del sovrappopolamento e sfruttamento del fiume.