Gaza. Il Consiglio di sicurezza impone a Netanyahu il cessate-il-fuoco

Ma, come ha sempre fatto, farà orecchie da mercante. In cambio chiesta ad Hamas la liberazione degli ostaggi.

di Mohamed Ben Abdallah

Finalmente un cambio di marcia al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dove dopo mesi di tentativi affossati in particolare dal veto degli Stati Uniti si è arrivati finalmente ad una risoluzione finalizzata a raggiungere il cessate-il-fuoco a Gaza. Dopo mesi di bombardamenti israeliani sulla Striscia il bilancio è di oltre 32mila morti di cui un terzo bambini, schiacciati dalle macerie di abitazioni e di ospedali. Tuttavia a preoccupare la comunità internazionale è soprattutto la gravissima crisi umanitaria che vede oltre un milione e mezzo di palestinesi schiacciati in condizioni miserrime nel cui de sac di Rafah, dove il premier israeliano Benjamin Netanyahu vorrebbe intervenire per colpire gli ultimi quattro battaglioni rimasti di Hamas.
La risoluzione è stata approvata con 14 voti a favore e l’astensione degli Usa, che davanti all’evidente massacro indiscriminato in corso a Gaza e alle pressioni interne ed esterne hanno alleggerito il sostegno all’offensiva israeliana. La risoluzione prevede che Hamas rilasci gli ostaggi e gli israeliani circa 700 palestinesi detenuti (vi sono anche minori), ma anche che possano passare i camion con gli aiuti internazionali alla popolazione stremata.
Il segretario dell’Onu Antonio Guterres era intervenuto ieri dall’Egitto per chiedere il passaggio degli aiuti dell’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel Vicino oriente, ma poi era diventato bersaglio da parte degli israeliani che lo accusavano di aver trascinato le Nazioni Unite in una “deriva antisemita”, “fiancheggiatrice del terrorismo”.
Per il governo israeliano alcuni elementi dell’Unrwa, fondata nel 1949 per assistere i profughi causati dall’occupazione israeliana della Palestina, avrebbero preso parte all’attacco contro Israele del 7 ottobre (11 su 12mila dipendenti), per cui ancora oggi Netanyahu ha bloccato il passaggio degli aiuti internazionali.
Il commissario generale dell’Unrwa, Philippe Lazzarini, ha scritto su X che “E’ oltraggioso e intenzionale ostacolare l’assistenza salvavita durante una carestia provocata dall’uomo”, ed il presidente francese Emmanuel Macron, dicendosi contrario ad un intervento su Rafah, ha avvertito che “il trasferimento forzato della popolazione costituisce un crimine di guerra”.
Israele ha fatto orecchie da mercante sulle oltre 240 risoluzioni Onu espresse contro la sua politica di espansione, ad esempio contro la colonizzazione che vede oggi oltre 700mila israeliani occupare i territori palestinesi. Per cui difficilmente Netanyahu accetterà di prendere in considerazione la decisione del Consiglio di sicurezza, per quanto vincolante.

Sono membri del Consiglio di sicurezza Onu Usa, Francia, Russia, Cina e Gran Bretagna, i quali sono permanenti e con diritto di veto; sono membri non permanenti per il biennio 2023-2024 Ecuador, Giappone, Malta, Mozambico, Svizzera; per il biennio 204-2025 Algeria, Guyana, Corea del Sud, Sierra Leone Sierra Leone, Slovenia-