Gaza. L’esercito israeliano si ritira e si scoprono le fosse comuni con centinaia di corpi

di Mohamed Ben Abdallah

Se ci trovassimo nel Donbass occupato dai russi parleremmo senza giri di parole di “crimini di guerra”, se non di “genocidio”. Ma siccome siamo a Gaza, il ritrovamento di una fossa comune con almeno 210 corpi di palestinesi lascia del tutto indifferenti i media e i perbenisti occidentali.
Fatto sta che a seguito del ritiro parziale dell’esercito israeliano dalla città di Khan Yunis, nella parte meridionale della Striscia di Gaza, le autorità palestinesi hanno individuato una fossa comune con centinaia di cadaveri di uomini, donne e bambini situata nei pressi del Nasser Medical Complex. Al momento si continua a scavare nell’area per escludere la presenza di altre fosse comuni, mentre sono in corso le operazioni di riconoscimento dei corpi.
Fin dall’inizio dell’invasione israeliana gli abitanti di Khan Yunis si sono rifugiati a Rafah, al confine con l’Egitto, ma all’appello mancherebbero circa 2mila abitanti, dati come dispersi. Rafah stessa è costantemente bombardata dagli israeliani, e in un attacco nella notte tra sabato e domenica sono rimasti uccisi 22 individui di cui 18 bambini.
Secondo il ministero della Sanità di Gaza sarebbero 34.100 i civili uccisi, di cui un terzo bambini, dall’esercito israeliano a seguito dell’attacco di Hamas del 7 ottobre.
Se ci trovassimo nel Donbass occupato dai russi, Putin verrebbe inquisito dalla Corte Penale Internazionale per aver portato i bambini lontano dalla linea del fronte. Ma siccome siamo a Gaza, Netanyahu ammazza i bambini passando per il paladino della democrazia occidentale nel Medio Oriente.