GB. Gruppi di difesa indigeni delle ex colonie britanniche hanno chiesto al nuovo re Carlo III di scusarsi

di Alberto Galvi

Con una lettera 12 gruppi di difesa degli indigeni delle ex colonie britanniche ha chiesto al nuovo re Carlo III di scusarsi e fare ammenda del genocidio e della colonizzazione delle popolazioni indigene schiavizzate di Antigua e Barbuda, Nuova Zelanda, Australia, Bahamas, Belize, Canada, Grenada, Giamaica, Papua Nuova Guinea, Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia e Saint Vincent e Grenadine. La colonizzazione britannica è iniziata alla fine del XVI secolo e ha avuto il suo apice nel 1922. Il Regno Unito, con il monarca come capo di Stato, dominava su oltre 450 milioni di persone in quasi un quarto del pianeta.
I popoli indigeni sono stati gravemente danneggiati dall’invasione delle loro terre e in migliaia sono stati uccisi, mentre gli inglesi cercavano di cementare il controllo sui territori che avevano conquistato. Gli indigeni sono stati esposti a nuove malattie, e le politiche di assimilazione forzata hanno portato alla perdita della lingua e della cultura e all’allontanamento dei bambini dalle famiglie, metodi che sono continuati nella seconda metà del XX secolo.
Le comunità dei Caraibi sono state colpite in modo simile, mentre la schiavitù ha sradicato milioni di persone dall’Africa per lavorare nelle piantagioni di zucchero in tutte le colonie.
I firmatari della lettera descrivono questi eventi come crimini contro l’umanità, che hanno provocato un’eredità intergenerazionale di traumi e disuguaglianze in indicatori sociali chiave come alti tassi di incarcerazione e povertà endemica nelle comunità indigene colpite.
A Carlo III viene inoltre chiesto di impegnarsi nella restituzione dei tesori e dei manufatti culturali. La lettera congiunta afferma che il sequestro di tali manufatti è avvenuto attraverso centinaia di anni di genocidio, schiavitù, discriminazioni e massacri da parte delle autorità mossesi con la protezione della corona britannica.