Gb. L’ambasciatore negli Usa si dimette dopo le polemiche

Johnson nella bufera per non aver difeso Darroch.

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L’ambasciatore britannico negli Usa, Kim Darroch, ha rassegnato le sue dimissioni dopo la mezza crisi diplomatica apertasi a seguito della pubblicazione sul tabloid on line Daily Mail delle sue corrispondenze provare con Londra, che quindi sarebbero dovute rimanere segrete, nelle quali il noto diplomatico scriveva che “Non crediamo che questa amministrazione possa diventare in futuro più normale, o meno disfunzionale, o meno imprevedibile, o meno spaccata dalle fazioni interne, e nemmeno meno inetta o diplomaticamente goffa o perlomeno competente”. Nei suoi rapporti Darroch si era spinto oltre riferendo che i dissidi interni all’amministrazione Trump “Non sono fake news come le definisce il presidente: è la verità. Anche per questo motivo è difficile che, per esempio, la politica americana sull’Iran possa diventare a breve termine coerente”. Il diplomatico aveva anche minimizzato il parere di Trump sulla Brexit per la poca conoscenza del tema. Difatti Trump ha sempre spinto perché la separazione della Gran Bretagna dall’Unione Europea avvenisse quanto prima ed in modo netto.
Nonostante le difese della premier e di altri esponenti del mondo politico britannico, il licenziamento di Darroch era solo questione di tempo, anche perché la reazione di Trump è stata comprensibilmente severa, per quanto in stile non proprio diplomatico: “L’ambasciatore matto che il Regno Unito ha imposto agli Stati Uniti – ha affermato il capo della Casa Bianca – non è qualcuno di cui siamo contenti, è un tipo molto stupido. Dovrebbe parlare al suo Paese, e alla premier Theresa May, dei falliti negoziati sulla Brexit e non essere seccato per le mie critiche su quanto male siano stati gestiti. Ho detto a May come fare un accordo, ma è andata avanti nel suo assurdo modo, incapace di ottenerlo. Un disastro!”.
Così oggi sir Darroch ha messo le mani avanti ed ha scritto nella missiva inviata a Londra che “L’attuale situazione mi sta rendendo impossibile ricoprire il mio incarico come vorrei”, per cui “credo che nelle circostanze attuali la linea di condotta responsabile sia consentire la nomina di un nuovo ambasciatore”.
L’unico a non prendere le difese di Darroch è stato il possibile futuro premier Boris Johnson, un comportamento che ha portato l’ex ministro degli Esteri al centro della bufera: la premier Theresa May gli ha fatto sapere indirettamente che va garantita la “difesa dei nostri valori e principi, in particolare quando sono sotto pressione”, mentre il sottosegretario agli Esteri, Alan Duncan, ha definito “spregevole” il comportamento di Johnson, dal momento che “gettato l’ambasciatore sotto un treno”.
Per Jeremy Hunt “non è edificante vedere una persone che vuole essere premier e non è in grado di difendere un funzionario pubblico che lavora e non ha fatto nulla di sbagliato, attaccato da un governo straniero. Essere un leader vuol dire difendere la tua squadra”.