Gb. L’Ue al lavoro per gli accordi di partenariato

di Elisabetta Corsi –

Il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione che fornisce il primo contributo dei deputati ai prossimi negoziati con il Regno Unito per un partenariato con l’Unione Europea da attuarsi dopo il periodo di transizione previsto. Il testo è stato approvato con 543 voti favorevoli, 39 contrari e 69 astensioni.
Il Parlamento vuole che l’accordo di associazione con il Regno Unito sia il più completo possibile e che sia basato su tre pilastri principali: un partenariato economico, un partenariato per gli Affari esteri e uno per le questioni settoriali specifiche.
Nei prossimi negoziati l’integrità e il corretto funzionamento del mercato unico e dell’unione doganale devono essere mantenuti in ogni momento. Nessuna delle quattro libertà dell’Ue (libera circolazione delle merci, dei capitali, dei servizi e delle persone) deve essere sacrificata in cambio di un’altra.
La concorrenza con l’Ue deve essere mantenuta equa attraverso una parità di condizioni in materia, tra l’altro, sociale, ambientale, fiscale, di aiuti di Stato, di protezione dei consumatori e di clima.
Per mantenere le relazioni commerciali esenti da tariffe e quote, il governo britannico dovrebbe impegnarsi ad aggiornare le proprie norme, ad esempio su concorrenza, standard lavorativi e protezione ambientale, ma anche garantire un allineamento dinamico, cioè evolutivo, delle norme di Ue e del Regno Unito. Questo significa che il Regno Unito dovrebbe adeguare le proprie norme agli standard Ue ogni volta che questo aggiorna il proprio quadro giuridico al fine di evitare vantaggi competitivi sleali. Inoltre sarebbe importante prevedere un solido meccanismo di risoluzione delle controversie.
La risoluzione chiarisce che per ottenere il consenso del Parlamento, l’accordo di libero scambio deve essere subordinato a un accordo sulla pesca entro giugno 2020. Se il Regno Unito non dovesse rispettare gli standard Ue, la Commissione potrebbe valutare quote e tariffe per quei settori più sensibili, in particolare le importazioni di prodotti alimentari e agricoli, che devono rispettare le norme comunitarie.
Il testo contiene anche capitoli riguardo ai diritti dei cittadini e la mobilità delle persone, la protezione dei dati, i servizi finanziari, la situazione irlandese, il ruolo della Corte di Giustizia Ue, i programmi e le agenzie, la politica estera e di sicurezza, nonché altre priorità del Parlamento.
Il Parlamento sostiene inoltre che la questione relativa allo status di Gibilterra non sarà inclusa in questi negoziati e che qualsiasi accordo su di essa richiederà l’approvazione preventiva del governo spagnolo.
La risoluzione avviene in reazione alle proposte di direttive negoziali della Commissione del 3 febbraio portate avanti dal capo negoziatore dell’Ue Michel Barnier. Queste direttive definiscono lo scopo, la portata e gli obiettivi dei negoziati e devono essere firmate dai responsabili degli stati membri, probabilmente il 25 febbraio.
Intanto nel governo britannico, è avvenuta una defezione cioè le dimissioni improvvise del cancelliere dello scacchiere, Sajid Javid che hanno scioccato Westminster. Secondo prime informazioni, Javid si sarebbe rifiutato di licenziare i suoi collaboratori come richiesto dal premier, in quanto vi sarebbe in atto un rimpasto di governo. A sostituirlo il segretario del capo del Tesoro, Rishi Sunak, che solo sette mesi fa era un giovane ministro degli alloggi.
Altre voci, secondo la BBC, sarebbe quelle che davano tensioni tra Javid e il consigliere senior del primo ministro Dominic Cummings.
Sajid Javid ha dichiarato che i suoi consiglieri hanno lavorato molto duramente e che quindi non ha potuto accettare che venissero sostituiti. Per cui l’unica scelta da fare era quella di dimettersi, anche se conserverà il suo sostegno nei confronti del governo. Nella lettera di dimissioni ha spiegato che non poteva accettare le condizioni del primo ministro affermando di “credere che sia importante, come leader, avere delle squadre di fiducia che riflettano il carattere e l’integrità con cui si vorrebbe essere associati”.