Giappone. In fase di sviluppo missili per difendere le isole contese

di Elvio Rotondo

Una delle preoccupazioni principali del Giappone nella regione indo-pacifica è rappresentata dall’ambiente di sicurezza a causa dei tentativi cinesi di cambiare lo status quo con la coercizione, soprattutto nelle vicinanze delle isole Senkaku. Secondo il Libro Bianco del 2022 giapponese, la Cina starebbe perseguendo modifiche allo status quo nel Mar Cinese Meridionale anche attraverso la politica del “fatto compiuto”.
Tokyo starebbe valutando la possibilità di estendere la portata di un nuovo missile, ancora in fase di sviluppo, oltre i mille chilometri per difendere meglio le sue isole, comprese le Senkaku. Il missile terrestre a lungo raggio metterebbe le aree costiere della Cina e della Corea del Nord nel suo raggio d’azione.
Le Senkaku, rivendicate anche dalla Cina, continuano a essere una fonte di attrito tra Tokyo e Pechino. Le forze armate giapponesi, in collaborazione con la Marina e l’Aeronautica Militare degli Stati Uniti, svolgono frequentemente nel Mar Cinese Orientale, compresa l’area delle isole Senkaku, esercitazioni al fine di migliorare le capacità tattiche e l’interoperabilità, Nello specifico svolgono addestramento per la difesa delle isole remote, mantenendo e migliorando le capacità attraverso una serie di attività tra cui le esercitazioni operative anfibie con il Corpo dei Marines degli Stati Uniti.
Le isole Senkaku sono una catena di isole disabitate, rivendicate da Cina, Taiwan e Giappone; l’arcipelago è composto da cinque isolotti e tre scogli desolati che coprono una superficie di 7 chilometri quadrati. Si trovano circa a metà strada tra Okinawa, Taiwan e la Cina continentale, nello specifico a 200 km a sud-ovest dell’isola giapponese di Okinawa e una distanza simile a nord-est di Taiwan. Le navi e gli aerei cinesi mettono regolarmente alla prova le forze giapponesi. Viene da sé che chi controlla l’area ha la possibilità di sfruttare le acque territoriali circostanti, dove sono presenti risorse naturali come petrolio e depositi minerali, notevoli quantità di gas naturali, importanti zone di pesca, non di meno il controllo sulle importanti rotte nautiche che passano nella zona.
Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Kyodo, la ricerca sul missile è iniziata nell’anno fiscale 2018 e gli attuali prototipi hanno una portata di diverse centinaia di chilometri. Questi dovrebbero essere prodotti in serie dal prossimo anno e distribuiti a partire dal 2026. La versione migliorata estenderà l’autonomia oltre i 1.000 km.
Secondo quanto riportato in un articolo su Analisi Difesa del gennaio 2021, il governo giapponese, il 21 dicembre 2020, aveva già approvato un budget record per la Difesa per l’anno fiscale 2021 per un totale di 51,7 miliardi di dollari garantendo 323.8 milioni di dollari per lo sviluppo dei missili stand-off fabbricati in Giappone e in grado di colpire obiettivi terrestri fino a 900 chilometri di distanza.
Il Giappone starebbe cercando di sviluppare i propri missili “standoff” allo scopo di attaccare le navi nemiche prima che arrivino nel loro raggio di tiro. Il missile può essere lanciato non solo da terra ma anche da navi e aerei. Dopo essere stato lanciato da un lanciatore mobile, la testata del missile si separa in alta quota e viaggia su una traiettoria irregolare prima di planare a velocità supersonica verso il suo bersaglio.
Il Giappone Inoltre, starebbe pianificando di estendere la portata dei missili guidati terra-nave di type 12 della Forza di autodifesa terrestre. Il missile originariamente aveva un’autonomia di circa 200 km. La nuova versione aggiornata mira ad estendere l’autonomia ad almeno 900 km e, infine, a 1.200 km. Anche la forma del missile è stata modificata per renderlo invisibile.
Secondo funzionari del governo, il Giappone, per rafforzare la sua capacità di deterrenza, starebbe valutando anche l’acquisto di missili da crociera Tomahawk sviluppati negli Stati Uniti, che hanno una portata fino a 2.500 km e possono viaggiare a bassa quota.
Oggi il Giappone, tra le minacce nucleari e missilistiche nordcoreane e l’assertività militare della Cina, si trova a dover aumentare la sua deterrenza. La Corea del Nord, dall’inizio di quest’anno, ha lanciato missili balistici a un ritmo senza precedenti, incluso uno che ha sorvolato il Giappone volando per 4.600 chilometri, la distanza più lunga mai raggiunta da un missile a lanciato dalla Corea del Nord.
A seguito di intense attività missilistiche da parte di Pyongyang, Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud stanno rafforzando la loro cooperazione nel campo della difesa. I tre paesi hanno condotto la loro prima esercitazione anti-sottomarino congiunta (negli ultimi cinque anni) alla fine di settembre, nonché esercitazioni congiunte per rilevare i missili balistici all’inizio del mese di ottobre.
Osservatori internazionali danno come possibile, in un prossimo futuro, un test nucleare nordcoreano che potrebbe essere un tentativo di padroneggiare la capacità di realizzare bombe nucleari più piccole che potrebbero essere utilizzate per prendere di mira le basi militari statunitensi in Corea del Sud e Giappone. Una mossa del genere potrebbe vedere il paese testare una testata a basso rendimento nota come bomba nucleare “tattica”, che è destinata all’uso sul campo di battaglia piuttosto che un’arma “strategica” a rendimento più elevato utilizzata per prendere di mira le città.
L’esplosione dell’ultimo test è stata la più potente fino ad oggi, con alcuni che stimano che fosse equivalente a circa 250 kilotoni di TNT – o 16 volte la dimensione della bomba che gli Stati Uniti fecero esplodere su Hiroshima durante la seconda guerra mondiale.