Guinea Bissau. La crisi politica continua a pochi giorni dal voto

di Alberto Galvi

Continua la crisi politica che da anni ha colpito la Guinea Bissau. L’ex colonia portoghese dell’Africa occidentale con una popolazione di 1,8 milioni di persone, è stata coinvolta in crisi politiche e istituzionali dall’agosto 2015, a seguito delle elezioni presidenziali del maggio 2014 che hanno eletto presidente, José Mário Vaz.
Questo presidente, ha scatenato negli ultimi anni una lotta di potere all’interno del partito PAIGC (Partido Africano para a Independência da Guiné e Cabo Verde) di cui era stato un tempo membro. Anche dopo che il PAIGC ha vinto la maggioranza assoluta nel 2014, Vaz si era rifiutato di nominare Pereira come primo ministro.
Per questa ragione Vaz aveva rinnovato il mandato ad un governo guidato da Aristide Gomes, membro dello stesso partito di Pereira, che però aveva già assunto quella carica dal 2005 al 2007. Vaz ha vinto le elezioni presidenziali del 2014 come candidato del PAIGC, ma è uscito dal suo partito dopo aver destituito nel 2015 il suo primo ministro, Domingos Simoes Pereira.
In seguito alle elezioni legislative del 10 marzo scorso, a cui avevano partecipato ben 21 partiti. La maggioranza della NPA (National People’s Assembly) è composta dal PAIGC, PRS e dalla coalizione APU/PDGB e l’UM (União para a Mudança), per un totale di 54 membri. La NPA è composta nel suo totale da 102 membri.
La situazione politica si è destabilizzata nuovamente il 18 aprile scorso, poco dopo la cerimonia di inaugurazione dei nuovi parlamentari, con l’elezione dei leader del parlamento. Cipriano Cassamá è stato nuovamente eletto presidente dell’Assemblea nazionale.
Le altre cariche parlamentari hanno visto la nomina come primo vicepresidente di Nuno Nabian, leader della coalizione formata dai partiti APU (Aliança Popular Unida) e PDGB (Povo Unido Partido Democrático). Il PAIGC ha ottenuto 47 seggi il MADEM G-15 (Movimento para a Alternância Democrata-G 15), 27 seggi, il PRS (Social Renewal Party) 21 seggi, la coalizione APU/ PDGB 5 seggi, il PND (Partido da Nova Democracia) 1 seggio e l’UM 1 seggio.
Il secondo partito più votato è il MADEM-G15, ma non è riuscito a eleggere il suo leader, Braima Camará, come secondo vicepresidente, e per questo si è rifiutato di nominare un’altra carica. Alla fine il PRS, giunto terzo alle ultime elezioni legislative, ha chiesto il diritto di nominare il primo segretario del parlamento. La situazione di stallo del parlamento ne compromette i lavori, necessari per l’emanazione di nuove leggi, soprattutto per l’approvazione della nuova legge di bilancio. Successivamente l’Assemblea nazionale aveva provato lo scorso 26 giugno a destituire Vaz, sostituendolo con il presidente dell’ANP Cipriano Casama, ma senza riuscirci.
Vaz è il primo presidente del paese ad aver concluso il proprio mandato nei 5 anni previsti. Dalla sua indipendenza dal Portogallo nel 1973, la storia della Guinea Bissau è sempre stata contraddistinta dai colpi di stato e dalla instabilità politica. Gli ultimi 2 decenni hanno visto 3 colpi di stato, 1 guerra civile e gli omicidi di 1 presidente in carica e di 1 capo dell’esercito.
Dal 23 giugno scorso, data della fine del suo mandato, Vaz è comunque rimasto al timone del paese, ma ha nominato un Consiglio di ministri responsabile della gestione quotidiana dello stato, fino alle elezioni del prossimo 24 novembre, in cui sarà candidato presidente come indipendente. Gli altri candidati alla presidenza sono: Domingos del PAIGC, Nuno Gomes Nabiam, indipendente, Cipriano Cassam del PAIGC, Simoes Pereira del PAIGC, Carlos Gomes Junior, candidato indipendente, Umaro El Mokhtar Sissoco Embalo, del MADEM-G15.
Il Consiglio di sicurezza dell’ONU si è riunito nei giorni scorsi, insieme alle altre organizzazioni regionali per chiedere ai leader guineani di risolvere i problemi che da anni colpiscono il piccolo paese dell’Africa occidentale. Qualche giorno fa il presidente Jose Mario Vaz, ha destituito il primo ministro Aristides Gomes, nominando al suo posto Faustino Fudut Imbali, che aveva già precedentemente ricoperto lo stesso incarico, come membro dell’MPP (Manifest Party of the People).
Il presidente Vaz aveva respinto il governo proposto da Gomes, come invece era stato richiesto dall’ECOWAS (Economic Community of West African States). Il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha dichiarato Gomes come l’incaricato ufficiale a condurre la fase di transizione elettorale. Gomes ha rifiutato di dimettersi, facendo aumentare le tensioni in vista delle elezioni presidenziali già previste per il 24 novembre. Per cercare di risolvere la crisi l’UNIOGBIS (United Nations Integrated Peacebuilding Office in Guinea-Bissau) ha nominato un nuovo rappresentante speciale del Segretario generale per la Guinea-Bissau, la signora Rosine Sori-Coulibaly.
Le sanzioni di febbraio scorso imposte dall’ECOWAS al gruppo di potere che sostiene Vaz, come il divieto di viaggiare all’estero e il congelamento dei beni, sono state attivate per aver compromesso l’accordo, che richiedeva al presidente di nominare un primo ministro con il consenso delle altre forze politiche.
Per le prossime elezioni presidenziali la Guinea Bissau non sembra essere in grado di formare un governo in grado di risolvere i problemi endemici del paese, come quelli legati all’estrema povertà in cui vive la sua popolazione.