Iran. Il prossimo 18 giugno si svolgeranno le elezioni presidenziali

di Alberto Galvi –

Il capo dell’IRNA (Islamic Republic News Agency) Jamal Orff ha dichiarato che il Consiglio dei guardiani della rivoluzione ha approvato la data delle elezioni presidenziali per il prossimo 18 giugno. Il viceministro degli Interni ha continuato chiarendo che tutte le attività relative alle elezioni presidenziali inizieranno a febbraio o marzo del prossimo anno.
I candidati che sperano di presentarsi alle prossime elezioni devono farne domanda per l’approvazione all’inizio di aprile del prossimo anno. L’elenco finale sarà annunciato dal Consiglio dei guardiani della rivoluzione all’inizio di giugno.
Orff ha anche osservato che il prossimo 12 settembre si svolgerà in alcune province del Paese il secondo turno delle elezioni legislative che sono state rinviate a causa della pandemia. L’Iran con oltre 361mila casi registrati, inclusi 20.776 decessi, sta anche affrontando la pandemia da Covid-19 più mortale della regione.
Lo scorso 21 febbraio in Iran si sono svolte le elezioni legislative che hanno visto una bassa affluenza segno di una diffusa insoddisfazione a causa dell’intensa pressione degli Usa. Il parlamento iraniano (Majles) è dominato da legislatori conservatori. Il Majles è composto da 290 membri con il compito di emanare le leggi.
Alle prossime elezioni presidenziali Il presidente Hassan Rouhani non potrà candidarsi secondo la costituzione per un terzo mandato, poiché è al potere dal 2013. Secondo la legge iraniana, un presidente in carica non può candidarsi per un terzo mandato se ha già occupato per due mandati consecutivi quella ​​carica.
Durante i suoi due mandati Rouhani è stato sottoposto alle crescenti pressioni causate dalle sanzioni statunitensi da quando il presidente Donald Trump due anni fa ha ritirato gli Usa dall’accordo nucleare del 2015 tra Iran e le potenze mondiali. L’accordo ha frenato il programma nucleare iraniano in cambio della riduzione delle sanzioni. Rimangono comunque in vigore le sanzioni che non sono legate direttamente al programma nucleare.
A causa di queste severe sanzioni gli Usa stanno mandando l’economia iraniana al collasso, se continueranno a dissuadere gli investitori stranieri dall’impegnarsi con l’Iran. Inoltre Washington ritiene che Teheran abbia commesso delle violazioni sull’accordo del nucleare.
Nel tempo che gli rimane come presidente, Rouhani dovrà attuare riforme strutturali che rafforzino il settore bancario e migliorino il clima imprenditoriale iraniano per attrarre investimenti stranieri e incoraggiare la crescita del settore privato.
La scelta del suo successore sarà determinata da due importanti fattori. Il primo è la capacità delle forze politiche all’interno del Majles di far approvare le riforme di cui il Paese ha bisogno. Il secondo fattore sarà determinato dalla scelta degli americani del loro prossimo presidente.
Con la maggioranza dei conservatori nel Majles, se riusciranno a fare le giuste riforme e ad avere un presidente degli Usa in carica con cui poter negoziare, la Repubblica islamica dell’Iran non avrà di nuovo la necessità di avere un leader conservatore e intransigente come ai tempi di Ahmadinejad.