Iran. Progetti infrastrutturali ed influenza in Asia Centrale

di Silvia Boltuc * –

Il 25 ottobre 2023 il primo vicepresidente iraniano Mohammad Mokhber ha incontrato a Bishkek il primo ministro kirghiso Akylbek Japarov. Nel corso dell’incontro, Japarov ha chiesto all’Iran di aiutare il Kirghizistan a costruire una centrale elettrica e una raffineria.
Mokhber si trovava in Asia centrale a capo di una delegazione di alto rango per prendere parte alla 22esima riunione del Consiglio dei capi di governo dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO) tenutasi il 26 ottobre successivo.
Sul tavolo delle trattative a cui hanno partecipato i ministri iraniani del Petrolio, dei Trasporti e dello Sviluppo Urbano, c’era anche lo sviluppo dei negoziati per la realizzazione di un corridoio ferroviario che dal Kirghizistan raggiungerà l’Iran attraverso l’Uzbekistan ed il Turkmenistan.
La SCO, che originariamente nasceva come formato per coordinare il contrasto al terrorismo, al separatismo e all’estremismo, si sta sempre più configurando come piattaforma di sviluppo regionale congiunto fra i paesi membri, coadiuvando la messa in opera di progetti infrastrutturali di varia natura che vedono la compartecipazione di attori euroasiatici chiave.
La dichiarazione fatta nel luglio 2023 dal Consiglio dei Capi di Stato della SCO a Nuova Delhi ha confermato l’ingresso dell’Iran nell’organizzazione, segnando un momento cruciale nel panorama geopolitico dell’Eurasia, con potenziali implicazioni per la sicurezza regionale, la connettività economica e le dinamiche delle rivalità di potere globali.
Diverse dichiarazioni della SCO reiterano i concetti del multipolarismo ed il rifiuto delle sanzioni come strumento coercitivo già ampiamente espressi dalla Repubblica Islamica dell’Iran e, più timidamente, dalle repubbliche centroasiatiche. Se all’inizio erano stati infatti il Kazakistan e l’Uzbekistan a finire nel mirino dei controlli a tappeto statunitensi su possibili paesi che aiutavano la Russia ad aggirare le sanzioni dovute al conflitto in Ucraina, quest’estate è stato il turno del Kirghizistan. Nonostante Japarov abbia rimandato le accuse al mittente, diversi pacchetti di sanzioni statunitensi sono stati applicati a compagnie kirghise.
Le attuali contrattazioni tra Kirghizistan e Iran si inseriscono in un trend che vede lo scambio commerciale tra Teheran e l’Asia Centrale in crescita, testimoniando come l’entrata dell’Iran nella SCO apra ulteriori scenari di cooperazione regionale. Il valore del commercio non petrolifero della Repubblica Islamica con gli stati membri della SCO, infatti, è di circa 37 milioni di tonnellate di beni per un valore di 21,736 miliardi di dollari, marcando un aumento del 10% nei primi sei mesi dell’anno solare iraniano in corso (21 marzo – 22 settembre).
Inoltre, la specifica richiesta kirghisa per l’ottenimento di servizi tecnico-ingegneristici dall’Iran sottolinea come il Paese mediorientale, nonostante anni di embargo e conseguente difficoltà nell’acquisire il know-how nei vari settori e l’impossibilità di attrarre investimenti, sia comunque riuscito a sviluppare una industria autosufficiente. In seno a questa configurazione, particolare attenzione va data proprio allo sviluppo della rete elettrica. Attualmente, infatti, la rete elettrica iraniana è collegata a Iraq, Azerbaigian, Armenia, Turkmenistan, Afghanistan, Pakistan e Qatar. Nonostante lo espansione del settore nucleare iraniano abbia destato timori nella comunità internazionale, in parte quel programma aveva anche uno scopo civile: sul piano domestico far fronte al crescente consumo interno visto che il governo sta investendo per sviluppare aree fino ad ora erano rimaste rurali; sul piano regionale, configurare l’Iran come un hub energetico, non solo con esportazioni nel settore dell’oil and gas qualora le sanzioni venissero sospese, ma anche nel campo della fornitura elettrica.
In ultima analisi, l’Asia Centrale ha più volte ribadito la necessità di cooperazione con l’Iran, Paese ricco di risorse naturali, geograficamente collocato in un’area dall’alto valore strategico per i corridoi commerciali e Paese membro di alcune piattaforme comuni come la SCO. Infine, la Repubblica Islamica beneficia di un’area di libero scambio con l’Unione Economica Euroasiatica, di cui fanno parte sia il Kazakistan che il Kirghizistan.

* Direttrice di SpecialEurasia.