Iran. Rohani minaccia la ripresa degli esperimenti nucleari

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Il presidente della Repubblica Islamica dell’Iran, Hassan Rohani, è tornato sulla minaccia di lasciare l’accordo sul nucleare e quindi di riprendere gli esperimenti atomi bellici.
Dopo l’uscita dall’accordo sottoscritto nel 2015 dal “5+1” (Usa, Russia, Cina, Francia, Gb + Germania) degli Stati Uniti, il presidnete Donald Trump ha disposto sanzioni nei confronti dei paesi che, come l’Italia, acquistano petrolio dall’Iran, cosa che rappresenta una mazzata per l’economia iraniana. A questo si aggiunge l’annuncio odierno di nuove sanzioni imposte dalla Casa Bianca a Teheran, tra cui l’esportazione dei metalli.
La crisi incorso, innescata da Trump su pressioni delle potenti lobby ebraiche statunitensi che ne hanno determinato l’ascesa al potere, non ha in realtà motivo d’essere, dal momento che, come hanno più volte riferito gli ispettori dell’Aiea, l’Iran ha rispettato pedissequamente quanto stabilito.
Rohani ha ieri dichiarato che se gli Usa non interromperanno il comportamento sanzionatorio entro 60 giorni l’Iran riprenderà il programma di arricchimento dell’uranio a scopo militare, ed il Consiglio supremo di sicurezza nazionale ha comunicato in una nota che “Per proteggere la sicurezza e gli interessi nazionali del popolo iraniano, e nell’implementazione dei suoi diritti previsti dai paragrafi 26 e 36 del Jcpoa (Accordo sul nucleare, ndr.), la Repubblica Islamica interrompe da oggi alcune delle sue misure sotto il Jcpoa”. “La finestra che è ora aperta per la diplomazia non lo rimarrà a lungo”, conclude la nota.
Dalla loro gli iraniani hanno la Cina, il cui portavoce del ministero degli Esteri Geng Shuang ha ribadito che “tutte le parti coinvolte hanno la responsabilità perché l’accordo sia osservato”, e la Russia, con l’impegno del Cremlino a fare pressione sugli altri firmatari perché il Jpcoa venga sostenuto.