Iraq. Manca di tutto, compresa la fiducia della popolazione. Mahdi prova a fare il governo

di Shorsh Surme

A cinque mesi dal voto del 3 maggio scorso l’Iraq è ancora senza un governo, un paese in balia sia del perenne conflitto tra gli sciiti e i sunniti, sia degli attacchi quotidiani dell’Isis.
La disoccupazione è alle stelle, mancano le cose essenziali come l’acqua potabile, l’elettricità e – udite udite – il combustibile, in un paese che galleggia sul petrolio, ma è soprattutto la corruzione a riassumere in sé ogni forma di abuso di potere.
Unica cosa che la classe politica è riuscita a fare è nominare il curdo Barhem Salih come presidente della Repubblica ma con un potere limitato, dal momento che l’Iraq è una repubblica parlamentare.
All’inizio di ottobre Salih ha incaricato Adel Abdul Mahdi, politico – economista sciita ed in passato uno dei vicepresidenti dell’Iraq (2005 al 2011) di formare il governo. È anche stato ministro delle Finanze nel governo provvisorio e ministro del Petrolio dal 2014 al 2016, ed è un ex membro del potente partito sciita del Supremo Consiglio Islamico Iracheno. Ora Mahdi deve compiere il miracolo di formare un governo in 30 giorni, cosa che appareè impossibile.
Non dimentichiamo l’invasione del 2014 dello Stato islamico Isis che ha distrutto il paese, basti pensare alla seconda città dell’Iraq, Mosul (l’antiva Ninive) completamente distrutta, quindi ci vorranno anni per la sua ricostruzione, ma la cosa più grave è il livello di sfiducia della popolazione nei confronti dei partiti e della istituzioni.
Da più di tre anni gli ayatollah iraniani stanno usando l’Iraq come campo di battaglia per far guerra all’America, a loro non interessa l’impoverimento del paese mediorientale.
Quello che viene chiesto al nuovo primo ministro incaricato Adel Abdul Mahdi sono le riforme: si tratta dell’unica parola che conta veramente nei pensieri della stragrande maggioranza dei cittadini iracheni, riforme come l’attuazione dello stato di diritto, la condanna dei malfattori, la certezza della pena per chi deruba la popolazione