Israele. Il governo valuta 4.400 nuove costruzioni in Cisgiordania

Dire –

Il governo di Israele sta valutando un piano per rilanciare la costruzione di insediamenti nei Territori palestinesi, andando così contro quanto stabilito nell’accordo stretto a settembre con Emirati Arabi Uniti e Bahrein che ha permesso a Tel Aviv di allacciare relazioni diplomatiche con i due Paesi del Golfo.
Come riporta la stampa locale, il premier Benjamin Netanyahu la scorsa settimana ha annunciato la convocazione dell’Alto consiglio per la Giudea e la Samaria per approvare la costruzione di 2.600 unità abitative tra le regioni della Samaria, della Giudea e di Hebron. Stando all’ong Peace now, si discute anche l’ampliamento di 1.820 insediamenti già esistenti.
Il Consiglio avrebbe dovuto riunirsi nei giorni scorsi, ma stando al Jerusalem Post domenica si è deciso di rinviare la seduta al 14 ottobre.
Da mesi le attività edilizie nei Territori palestinesi occupati sono state sospese dalle autorità israeliane, così come il piano di annessione di un terzo della Cisgiordania.
Queste decisioni sarebbero state inserite come “gesti di buona volontà” nell’Accordo con Emirati e Bahrein, che hanno quindi deciso di normalizzare i rapporti con Israele andando contro l’Arab Peace Plan approvato dalla Lega Araba nel 2002. I Paesi firmatari di quel piano infatti, tra cui anche Emirati e Bahrein, si sono impegnati a non allacciare relazioni diplomatiche con Israele fintanto che Tel Aviv non abbia restituito i territori occupati durante la guerra del 1967.
Gli insediamenti israeliani nei Territori sono una pratica condannata dall’Onu e dall’Unione Europea, che non solo la definiscono “illegale” ma anche dannosa ai fini della cosiddetta “soluzione dei due Stati” proposta per porre fine al conflitto.
Brian Reeves, capo ufficio comunicazioni di Peace Now, una ong impegnata a favorire la pace tra arabi e israeliani, all’agenzia Dire ha dichiarato che “Mentre Israele fa i conti con il secondo lockdown e una crisi economica, Netanyahu pensa a promuovere costruzioni e insediamenti anche in Cisgiordania”.
Secondo Reeves, “invece di trarre beneficio dagli accordi con i Paesi del Golfo e promuovere la pace con i palestinesi, il premier sta distorcendo le priorità di Israele a esclusivo vantaggio di una piccola minoranza di persone che andranno a vivere in quei nuovi insediamenti”. Il responsabile di Peace Now ha aggiunto: “Questa politica che ha come unico effetto quello di continuare a inasprire le relazioni con i palestinesi”.