Kazakistan. Attacco alla caserma: “terroristi” o oppositori interni?

di Enrico Oliari

Aktobe arresti attentatoDomenica 5 giungo un commando di uomini armati ha compiuto più attacchi verso una piccola caserma dell’esercito nei pressi della città di Aktobe, nell’ovest del paese, non distante dalla frontiera russa, provocando la morte di sei persone, tre civili e tre militari.
A rivendicare l’attacco, il cui scopo era quello di prendere il possesso delle armi lì custodite, è stato un gruppo fino ad oggi sconosciuto, l’“Armata di liberazione del Kazakistan”, che, come si legge nel comunicato, si propone di combattere “la dittatura della cricca di Nazarbaev”, presidente in carica, per cui ha tenuto “la prima battaglia dei sostenitori della via democratica dello sviluppo del Kazakistan”.
Da subito nella città, che conta 400mila abitanti, le autorità hanno imposto il coprifuoco, mentre informazioni confuse anche di analisti internazionali hanno parlato di un attacco su base islamista o di un’azione promossa da oligarchi scontenti del regime.
Immediata è stata la caccia all’uomo, ed in neanche una settimana ben 18 persone ritenute implicate nell’azione sono state rintracciate ed uccise da esercito e polizia. Le autorità di Astana parlano di “terrorismo” e di “attività criminale”, tuttavia appare frettolosa la lettura che attribuisce quanto accaduto al fondamentalismo islamico.
L’impostazione del Kazakistan è quella di un paese laico, per quanto con una tradizione religiosa islamico-moderata, mentre non è un segreto che la leadership di Nursultan Nazarbayev, al potere da sempre (nel 1984 era direttore generale del Consiglio dei ministri della Repubblica Socialista Sovietica del Kazakistan, poi eletto alla guida del paese nel 1991, 1999, 2005, 2011 – quando dei tre oppositori uno ha dichiarato pubblicamente di votare per lui -, 2015), subisca contestazioni interne più o meno aperte, per quanto il risultato delle ultime elezioni, tenutesi il 26 aprile 2015, abbia indicato per lui il 97,75% dei consensi.
Certo è che le ingenti ricchezze del paese, soprattutto petrolifere, interessano a molti, non solo da fuori.
Gli stessi giorni degli attacchi era in corso in Kazakistan l’Italian Day, ideato per sottolineare i buoni rapporti commerciali e diplomatici tra i due paesi, in corso da 70 anni. All’evento, organizzato dall’Ambasciata di Astana al Rixos Hotel, erano presenti come ospiti dell’ambasciatore Stefano Ravagnan, Rakhim Oshakbayev, ex viceministro degli Investimenti e dello Sviluppo e Timur Zhaksylykov, viceministro dell’Economia, oltre ai rappresentanti di diverse società italiane e kazake. Nell’occasione Zhaksylykov ha spiegato che “Dal 2005 il flusso degli investimenti diretti dall’Italia ha totalizzato 6 miliardi di dollari e oggi sono oltre 200 le società a capitale italiano che operano nel paese caucasico”.
E’ invece saltata a causa dell’attentato la rappresentazione dell’artista borgosesiano Luca Seta e della sua band, manifestazione inserita nel quadro dell’Anno della cultura italiana in Kazakistan: giunti ad Aktobe i musicisti si stavano dirigendo in pulmino verso la Filarmonica Zhubanova dove avrebbero dovuto tenere l’ultimo dei tre concerti kazaki, ma durante il tragitto sono stati fatti rientrare in albergo per motivi di sicurezza.