Kazakistan. Elezioni parlamentari: il 10 gennaio si vota per il rinnovo della Camera bassa

di Alberto Gavi

L’OSK (Central Election Commission) ha reso noto che la campagna elettorale della Camera bassa in Kazakistan è iniziata il 10 dicembre e che le elezioni si svolgeranno il 10 gennaio prossimo.
Per eleggere i deputati della Camera bassa sono cinque i partiti di maggioranza che partecipano alle elezioni: il partito di governo Nur-Otan e altri quattro partiti politici a lui fedeli come l’Aq Zhol, l’Adal, l’Auyl e il CPPK (Communist People’s Party of Kazakhstan).
Il voto del 10 gennaio prossimo eleggerà 98 dei 107 membri della Camera bassa. Nove altri seggi saranno eletti separatamente dall’Assemblea del Popolo del Kazakistan, un organo politico composto da 350 membri su nomina presidenziale che rappresentano dozzine di gruppi etnici della nazione dell’Asia centrale.
Il parlamento kazako è bicamerale ed è composto dal Senato il cui prossimo voto si terrà nel 2026. Questo ramo del parlamento è composto da 49 membri di cui 34 sono eletti indirettamente a maggioranza con voto a 2 turni dalle assemblee locali e 15 membri nominati con decreto del presidente. Il Kazakistan è diviso in 14 oblast che corrispondono alle province.
La Camera bassa o Mazhilis è invece composta da 107 membri di cui 98 sono eletti direttamente in un unico collegio elettorale nazionale con voto di rappresentanza proporzionale per un mandato di 5 anni. Gli altri 9 membri della Camera bassa sono eletti indirettamente dall’Assemblea del popolo del Kazakistan, un organo consultivo, progettato per rappresentare le minoranze etniche del Paese ed è stato istituito nel 1995 su iniziativa del primo presidente kazako Nursultan Ábishuly Nazarbayev.
L’unico partito politico ufficialmente all’opposizione è l’OSDP (National Social Democratic Party), che però sta boicottando le elezioni. Il leader dell’OSDP Askhat Rakhimzhanov ha affermato che il 27 novembre il suo partito ha deciso di non partecipare alle elezioni perché il panorama politico del Kazakistan continua ad essere dominato dalla stessa classe politica.
Le autorità kazake hanno respinto le richieste dei partiti di opposizione che volevano partecipare a questa tornata elettorale nonostante sia stata introdotta una quota per le liste elettorali dei partiti politici pari a non meno del 30 per cento di donne e di giovani.
Questo tentativo di migliorare la capacità democratica del Paese deriva dalla recente promessa del presidente Kassym-Jomart Tokayev di concedere maggiore partecipazione ai partiti di opposizione sulla scena politica. Nessuna delle elezioni in Kazakistan è stata considerata dagli osservatori internazionali realmente democratica da quando ha ottenuto l’indipendenza in seguito al crollo dell’Unione Sovietica nel 1991.
Per il partito di governo Nur Otan questa tornata elettorale non sarà facile in quanto la disoccupazione sta diventando un problema e i prezzi dei beni essenziali stanno aumentando in modo esponenziale. La colpa di tutto ciò finora è stata attribuita da parte dei governanti del Paese alla pandemia da Covid-19, la scusa però adesso non regge più. La popolazione ha compreso che le radici dei suoi problemi stanno nella cattiva gestione dello Stato in aggiunta al clientelismo e alla corruzione.
Per dare una maggior parvenza democratica a questa tornata elettorale il Kazakistan ha anche contattato i partner europei, tra cui l’OECD (Organization for Economic Co-operation and Development) e l’ODIHR (Office for Democratic Institutions and Human Rights), per osservare le elezioni e riferirne i risultati.