La diga di Mosul: con la messa in sicurezza gli italiani salveranno tante vite

di Shorsh Surme

mosul diga italianiIn questi giorni i media Italiani parlano della diga di Mosul, che sta preoccupando la popolazione Irachena in quanto è la più grande dell’Iraq, è danneggiata e se si rompesse potrebbe uccidere più di mezzo milione di persone.
La sua costruzione fu affidata a una azienda italo-tedesca nella seconda metà degli anni Settanta, che la completò nel 1984.
La diga, che fu decisa dal dittatore Iracheno Saddam Hussein, era inserita in un ampio piano di “arabizzazione” del kurdistan dell’Iraq. Infatti, furono sommersi molti villaggi, con il conseguente esodo forzato di oltre 80mila persone .
Il bacino fornisce acqua ed energia a gran parte della provincia di Mosul (l’antica Ninive) grazie alla sua enorme capacità di 12 miliardi di metri cubi, ma questo è anche il suo più grande pericolo, poiché in caso di attacco terroristico o rottura, potrebbe produrre un’onda alta più 30 metri che colpirebbe in poco tempo tutta città di Mosul e altre città più a sud, causando inondazioni fino a Baghdad, la capitale dell’Iraq.
Nell’agosto 2014, dopo l’occupazione della città di Mosul da parte delle tagliagole dell’Isis, la diga fu occupata, ma grazie ai peshmerga curdi è stata riconquistata evitando così che divenisse un’arma micidiale.
Ora la vicenda della diga riguarda l’Italia da vicino, sia per l’invio di 450 militari per difenderla, sia per l’impresa appaltatrice dei lavori di restauro Trevi, di Cesena, che aveva già lavorato in Iraq nel 2008.
Scopo dei militari infatti non è quello di muovere guerra all’Isis, bensì di tutelare la sicurezza dei lavoratori chiamati a consolidare il muro della diga.
Attualmente l’Italia ha già 750 soldati impegnati in Iraq, per lo più in missioni di addestramento di soldati e agenti di polizia iracheni e curdi a Baghdad e a Erbil, la capitale del Kurdistan.
Con la messa in sicurezza della diga, l’Italia verrebbe così a salvarebbe tante vite umane.