La morte di Bin Laden non è la fine del terrorismo

di Mabrouk Bouchoucha –

Il terrorismo è un concetto ampio di orrore che le nazioni cercano di combattere, vista la minaccia alla loro sicurezza.
Tuttavia a partire del 11 settembre 2001, questo termine identifica un concetto preciso, ovvero l’organizzazione di al-Qaeda, situata in Medio Oriente, che si basa ideologicamente sull’orientamento radicalista islamico.
A fondare ed a guidare al-Qaeda è stato Osama bin Laden, saudita, il quale era pronto a muovere guerra ed a uccidere ovunque migliaia di innocenti con lo scoppio di ordigni esplosivi, tanto che le cellule di al-Qaeda erano sparse un po’ ovunque con lo scopo di danneggiare, sotto il segno dell’Islam, gli equilibri internazionali.
La comunità internazionale si è quindi portata in una lotta al terrorismo ed al fanatismo visto come incarnato in al-Qaeda e nel suo leader, Osama bin Laden: a guidare la cordata erano gli Stati uniti, i quali avevano perso nell’11 settembre quasi 3000 persone, oltre ai danni materiali quantificati in 100 miliardi di dollari.
L’azione antiterroristica era stata inaugurata con il massiccio intervento militare in Afghanistan, paese dove era la prima sede di al-Qaeda, e quindi in Iraq, per stanare i terroristi dai vari nascondigli: queste guerre hanno determinato un gran numero di vittime civili innocenti e solo il 2 maggio dell’anno scorso si è potuto individuare in Pakistan il nascondiglio di Bin Laden.
L’annuncio dell’uccisione del leader di al-Qaeda ha comunque diviso la comunità internazionale, anche perché, a un anno da quel fatto, ci si chiede se la morte di Bin Laden, fosse anche di 100 terroristi, possa comportare o meno la fine del terrorismo.