La presenza russa a Palmira. Le operazioni militari

di Angelo Gambella –

palmira artificiere russoDopo la liberazione di Palmira, avvenuta il 27 marzo, da parte dell’esercito siriano, la presenza militare russa nell’area è costantemente aumentata nel tempo.
Della presenza fisica dei russi a Palmira si parlava già prima dell’avvio delle operazioni di marzo che portarono alla liberazione della città.
All’azione determinante dell’aeronautica tramite i caccia bombardieri che partivano dalla base sulla costa di Latakia/Laodicea e degli elicotteri d’attacco che decollavano dalla base T4 nel deserto di Homs, si aggiungevano, più o meno dichiarate, varie unit‡ sul terreno.
Il 25 maggio la Russia rivelava la perdita di un ufficiale che operava dietro le linee nemiche: quest’uomo, Alexander Prokhorenko, dirigendo su se stesso il fuoco dell’aviazione una volta individuato dai militanti dell’Isis, diventava un eroe in patria e non solo, tanto che alla sua memoria veniva intitolato un corso di addestramento dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia.
Le diffusione delle foto che individuavano presunti soldati russi nella periferia di Palmira, da estremamente rara, si intensificava subito dopo la liberazione della città. All’annuncio, da parte del presidente della Federazione Russa, di inviare il genio militare per le operazioni di sminamento di Palmira, questa presenza militare appariva ormai ufficiale ed evidente: la bandiera russa poteva sventolare nell’area archeologica. La bonifica dell’antica Palmira e della città moderna si completava il 21 aprile con la rimozione di un elevato quantitativo di mine ed ordigni esplosivi improvvisati.
Il 5 maggio un concerto dall’antico teatro dal titolo “Preghiera su Palmira. La musica anima le antiche mura” eseguito dall’Orchestra sinfonica del Teatro Mariinsky, con tanto di apparizione di Putin sugli schermi, segnava la celebrazione, al tempo stesso, della rinascita della città e dell’apporto russo alla liberazione.
Il 7 maggio un video girato nell’area archeologica, ad ovest di Palmira, mostrava l’installazione di una “base” militare con quelli che sembravano missili Pantsir S1. Anche se il ministero della Difesa russo ha in seguito smentito l’esistenza di una vera e propria base militare, ha confermato la presenza dell’accampamento del genio.
Il campo russo nell’antica Palmira non è destinato ad essere il solo, dal momento che la stampa locale ha riportato l’avvio dei lavori di ampliamento dell’aeroporto militare collocato nella periferia est della città. Questi lavori hanno lo scopo di riportare l’aviazione di Damasco a Palmira per le operazioni militari programmate per rompere l’assedio di Deir Ezzor e muovere verso Raqqa. Ma se i jet siriani potrebbero decollare nelle condizioni attuali, i lavori sembrano destinati a permettere lo schieramento di caccia ed elicotteri di Mosca, con il relativo personale.
Nelle ultime settimane tuttavia l’Isis ha ripreso l’offensiva nella regione di Homs, minacciando da vicino la base T4 e le linee di rifornimento dalla Siria centrale a Palmira. I tiri di artiglieria sulla base T4 hanno minacciato gli elicotteri russi; secondo alcune foto satellitari riprese da un ente di analisi militari 4 di questi sarebbero stati distrutti, ma la secca smentita russa e contro-analisi informatiche sembrano confutare l’ipotesi.
Gli scontri a nord della T4 sono stati durissimi ed hanno permesso alle forze di Damasco di recuperare vari siti perduti, ma non ancora dell’area petrolifera e gasifera di Shaer che resta contesa. Il 16 maggio, alle ore 12.14 di Damasco, i militanti dell’Isis hanno provocato delle esplosioni negli impianti di estrazione del gas, tanto da generare un terremoto di magnitudo 4.4, a circa 18 km a nord di Palmira; l’evento Ë stato in seguito analizzato da centri sismici mediorientali ed europei. Nei resoconti delle operazioni siriane di questi giorni nell’area, viene spesso comunicata la presenza di fanti di marina russi in appoggio alle forze siriane.
Se i programmi del comando russo potevano riguardare l’appoggio alle manovre su Deir Ezzor, qualcosa potrebbe essere cambiato nelle priorità siriane. Infatti, mentre nei fronti a nord e ad est di Palmira, restano impegnate le forze militari ordinarie con qualche successo, le unità di élite comandate da Suheil al-Assan, denominate Forze Tigre, hanno lasciato nelle ultime ore Palmira per portarsi nel nord del paese, ad Aleppo.
A nord di Raqqa intanto l’Isis sembra offrire bassa resistenza alle forze Sdf, composte da curdi e arabi, ed appoggiate dalla coalizione a guida Usa. In questo momento le forze di terra sostenute da Washington sembrano avvantaggiate nella marcia sulla capitale del Califfato, rispetto all’esercito di Assad sostenuto da Mosca. Soltanto nei prossimi giorni vedremo se la priorità di Damasco è ora rivolta a proteggere Aleppo piuttosto che a riprendere l’iniziativa verso la base aerea di Tabqa sulle rive dell’Eufrate, non distante da Raqqa.