L’Armenia tra due mondi: bilanciamento geopolitico e nuove alleanze

di Riccardo Carboni *

L’equilibrio geopolitico nell’area post-sovietica sta subendo delle trasformazioni significative, con l’Armenia che mostra una crescente distanza dalla Russia, il suo tradizionale alleato. Il primo ministro armeno, Nikol Pashinyan, ha annunciato in un’intervista che il suo Paese ha sospeso la partecipazione nell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO), guidata dalla Russia, in seguito a una serie di delusioni nei confronti di Mosca.
Le relazioni tra Russia e Armenia si sono deteriorate notevolmente l’anno scorso a seguito del mancato intervento delle forze di peacekeeping russe durante l’offensiva azera nel Nagorno-Karabakh; un’area contesa controllata in passato dai separatisti armeni. Questo evento ha sicuramente svelato la presenza di crepe all’interno delle relazioni tra i due Paesi.
Pashinyan ha infatti espresso il disappunto dell’Armenia nei confronti del CSTO, sottolineando che l’organizzazione non è riuscita a garantire la sicurezza del suo Paese durante gli eventi critici del 2021 e del 2022. Inoltre, lo stesso ha accusato la Russia di condurre una campagna di propaganda contro il suo governo.
Il Cremlino, tuttavia, ha dichiarato di non aver ricevuto conferme ufficiali riguardo alla decisione dell’Armenia di sospendere la sua partecipazione al CSTO. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha affermato e sottolineato l’importanza di comprendere appieno i dettagli di questa situazione e delle dinamiche in continua evoluzione, augurandosi che l’Armenia possa chiarire apertamente e ufficialmente la sua posizione.
L’Armenia, alla ricerca di nuove garanzie di sicurezza, sta ora individuando e raggiungendo un maggiore coinvolgimento con i suoi partner occidentali, in particolare Francia e Stati Uniti, piuttosto che affidarsi esclusivamente alla Russia. Il cambio di rotta, sintomo di crescenti squilibri e dissensi interni al CSTO, si concretizza anche attraverso l’adesione formale dell’Armenia alla Corte Penale Internazionale (CPI) all’inizio di febbraio, nonostante l’esplicito disappunto da parte di Mosca.
La visita in Armenia del ministro della Difesa francese, Sébastien Lecornu, durante la quale sono stati annunciati nuovi accordi sugli armamenti, non fa che confermare l’interesse crescente dello Stato per i legami con l’Occidente. Eppure, nonostante questa apertura verso nuove alleanze, l’Armenia continua ad ospitare una significativa presenza militare russa nel suo territorio: la situazione di tensione perdura, con recenti scontri al confine con Azerbaigian che hanno causato vittime da entrambe le parti. Pashinyan ha avvertito che l’Azerbaigian potrebbe essere preparato a un’escalation del conflitto; alimentato anche dal supporto di Ankara e che potrebbe mirare a collegare l’enclave azera di Nakhchivan attraverso una possibile incursione nella regione meridionale dell’Armenia.
In questo contesto, l’Armenia si trova ad affrontare una delicata situazione geopolitica, bilanciando le sue relazioni con la Russia e l’Occidente mentre cerca di garantire la sua sicurezza nazionale in un contesto regionale sempre più instabile. La sua decisione di allontanarsi dal CSTO segna un importante punto di svolta nelle dinamiche politiche dell’area e potrebbe avere ripercussioni significative sulle future alleanze e sulla sicurezza della regione nel suo complesso.

* Autore per l’area Organizzazioni Internazionali – Mondo Internazionale Post.

Articolo in mediapartnership con Giornale Diplomatico.