Le analisi algoritmiche nel settore della Difesa

di Giovanni Caprara

La consapevolezza dei decisori militari è notevolmente migliorata grazie ai velivoli a pilotaggio remoto, l’intelligenza artificiale e gli aeromobili di 5a generazione. Questi ultimi in particolare, con l’avvento della rete 5G, disporranno di video in 4K per il rilevamento di oggetti e una più rapida elaborazione dei dati. La guerra algoritmica è definibile con il principio di costruire algoritmi che suggeriscano le giuste tattiche, e trasformino le informazioni in modo tale da renderle fruibili in tempo reale, ciò ad agevolare la comprensione geopolitica globale e l’immediata identificazione di chi o cosa costituisca un obiettivo legittimo. Lo scambio dei dati e la percezione situazionale del campo di battaglia, era un processo critico soprattutto nelle operazioni speciali antiterrorismo, dove non sempre si potevano limitare i danni collaterali. Di fatto l’accuratezza dell’identificazione del bersaglio e la velocità dello scambio di dati sono i fattori principali per evitare errori durante le fasi di media e alta conflittualità. L’accuratezza al bersaglio migliorerà esponenzialmente con la rete 5G, in quanto lo spettro ad alta frequenza, a lunghezza d’onda breve, detta “onda millimetrica” consentirà velocità superiori a 1 Gbps. Il raggio di azione di questa onda è ridotto, ma ciò si traduce in un vantaggio nel settore militare, perché il nemico non può intercettarle. Sul campo di battaglia la velocità è determinante e la minore latenza del 5G permetterà ai combattenti di condividere più dati in tempo reale, come le mappe, le foto degli scenari di guerra e le simulazioni al computer.
La deterrenza, sia essa fondata sui vettori nucleari quanto ai nuovi missili ipersonici, per essere credibile non potrà prescindere dal riconoscimento della minaccia e dall’accuratezza sul bersaglio, in particolare nel “lancio su allarme” dove l’automatizzazione è fondamentale. Pertanto, i dati e la mappatura del terreno saranno la risultanza di una corretta analisi algoritmica, termine coniato per indicare qualsiasi algoritmo generato da computer, che viene attivato e condotto attraverso un sistema in grado di interagire nell’ambito di un conflitto armato, e con la rete 5G queste operazioni avverranno pressoché in tempo reale. Il Pentagono ha creato una nuova unità a disposizione della Difesa, ed è specializzata in settori che prevedono lo studio e lo sviluppo di tecnologie dell’Intelligenza Artificiale e dell’apprendimento delle macchine, ovvero l’interfaccia fra l’uomo e il computer. In guerra come anche in aree civili l’uso degli algoritmi sta ulteriormente modificando regole e condotte, conseguentemente sarà interessante un approccio a questo tema sotto il profilo giuridico. Concetti quali “attribuzione di responsabilità”, “controllo delle azioni”, “proporzionalità”, “corretto uso” e “legittimità del bersaglio”, dovranno trovare una loro corrispondenza non solo nell’ambito del diritto dei conflitti armati, ma anche per quanto concerne il diritto umanitario internazionale, il diritto penale internazionale e il diritto internazionale dello spazio. Sebbene queste dottrine giuridiche offrano un approccio iniziale verso la regolamentazione, in termini chiave non sono né esaurienti né direttamente applicabili a questa nuova realtà strategica, perché non si traducono in regole di ingaggio che agevolino le operazioni militari gestite dagli algoritmi di guerra. Questi ultimi, possono essere alimentati con ogni genere di dati, non solo le immagini dei velivoli a pilotaggio remoto o satellitari, e sono fruibili anche per i servizi segreti, dove l’intelligence dei segnali sta soppiantando quella umana. L’obiettivo del processare informazioni è agire in funzione di esse, questo si traduce nel cambiare profondamente il processo decisionale militare, dalle unità di livello più basso ai centri di comando e controllo nazionali. Il sistema computerizzato israeliano ad esempio è uno strumento che agevola i comandanti militari a pianificare le loro missioni, assemblando grandi quantità di dati relativi a variabili come: le posizioni del nemico; il tipo di armi; il terreno e addirittura le condizioni metereologiche. Il macchinario è alimentato con dati estratti da libri e manuali, e comprende evidenze sulla velocità dei carri armati a differenti alture, capacità dei velivoli in ogni possibile condizione operativa, informazioni cruciali sulle unità da guerra e altri dati sensibili sulle forze armate avversarie. L’algoritmo suggerisce ai comandanti militari il motivo per il quale una tattica è stata preferita alle altre possibili, e gli segnala, comunque, anche quelle alternative non prese in considerazione precedentemente. Gli Stati Uniti dispongono di un sistema analogo a quello israeliano, che può funzionare molto più velocemente del cervello umano, due minuti rispetto alle 16 ore di un uomo, ma applica i metodi deterministici, cioè a dire che i risultati possono essere simili in condizioni operative diverse. L’azienda statunitense Darpa, ha messo a punto un nuovo prodotto, e ha la capacità di prevedere gli obiettivi, i movimenti e perfino le possibili emozioni delle forze nemiche, con un anticipo di cinque ore rispetto al precedente sistema computerizzato. La novità consiste in una variante della teoria dei giochi che riduce i problemi a giochi più piccoli, diminuendo la potenza computazionale necessaria a risolverli. La rete 5G, consentirà la connessione ad un milione di apparati per chilometro quadrato, di fatto sarà possibile avere sensori che raccolgono e condividono dati attraverso dispositivi indossabili. Le informazioni potranno riguardare non solo la posizione geografica del soldato, ma anche i parametri vitali, come battito cardiaco, pressione sanguigna ed affaticamento. Inoltre, sembrerebbe possibile dotare i militari di dispositivi di realtà aumentata simili a quelli già in dotazione ai piloti, ma con trasmissione di dati in tempo reale.
La reinvenzione dell’accuratezza è fondamentale non solo ad evitare errori, ma ha eliminato quasi totalmente le possibilità di colpire un obiettivo sbagliato o meno strategico, migliorando, perciò, l’identificazione di un bersaglio legittimo. L’intelligenza artificiale potrebbe sostenere, se non addirittura farsi carico, dei processi decisionali di un combattimento militare effettivo, usando un’imponente simulazione in tempo reale.