Libano. Gli Usa costruiscono un complesso con ambasciata e centri di intelligence

di Giuseppe Galgiano

Nonostante la maggior parte degli osservatori internazionali rivolga la propria attenzione al conflitto tra la Russia e l’Ucraina, gli Stati Uniti non hanno dimenticato il Libano, come dimostra il recente progetto di espansione socio-politica che si concretizza nella costruzione di un complesso residenziale di 93.000 metri quadri.
Si tratta di un grande impianto fatto da ambasciate, di un centro artistico, di un ospedale, di una piscina e di torri residenziali, a Beirut. L’ambasciata statunitense è destinata a includere un centro di raccolta dati, che dovrebbe diventare una cruciale infrastruttura della intelligence.
Va infatti tenuta presente la centralità che il Libano riveste a livello geografico, a cominciare dalla vicina Siria: Washington non ha ancora intenzione di normalizzare le relazioni bilaterali con Damasco, ma nel paese mediorientale continuano ad esservi le basi di Hezbollah; il Libano è considerato strategico per rafforzare la presenza di agenti operativi con l’obiettivo di stabilire una base permanente con personale specializzato che dovrà rimanere a Beirut per diversi anni.
Inoltre Washington intende approfittare della sua eccellente partnership di condivisione delle informazioni, in particolare per quanto riguarda Hezbollah, con l’unità di intelligence militare delle forze armate libanesi (LAF), B2. In effetti il finanziamento statunitense della LAF, che ha ricevuto altri 60 milioni di dollari lo scorso dicembre, viene fornito dalla Defense Intelligence Agency (DIA).
La decisione di costruire un ampio complesso residenziale è stata presa nel 2014 e costerà circa 1 miliardo di dollari. Il progetto smentisce la tesi secondo la quale gli Stati Uniti intendono disimpegnarsi in modo definitivo dal Medio Oriente.
Il complesso residenziale sarà affidato allo studio di architettura di Los Angeles Morphosis e alla società dell’Alabama già responsabile del consolato di Erbil, BL Harbert, mentre la costruzione è supervisionata da William Moser, il direttore del Bureau of Overseas Building Operations del Dipartimento di Stato.