Libia. Erdogan punta su Sirte e al-Jufra

di Mohamed Ben Abdallah

Due giorni fa aerei non identificati hanno colpito la base aerea di al-Watiya a ovest di Tripoli, da dove partivano gli attacchi su Tripoli del Lna di Khalifa Haftar, in maggio riconquistata dall’esercito regolare supportato dai militari turchi e dai combattenti di vari gruppi locali.
Visitando in giugno una base egiziana, il presidente Abdel Fatah al-Sisi, da sempre alleato e sostenitore di Haftar, aveva detto ai piloti che la “linea rossa” oltrepassata la quale intervenire sarebbero stati attacchi alla base di al-Jufra e alla città di Sirte da parte del Governo di accordo nazionale, ma il bombardamento della base di al-Watiya ha spinto oggi il presidente turco Recep Tayyp Erdogan a “designare come obiettivi militari” proprio la base di al-Jufra e la città di Sirte.
Ad al-Jufra vi sono tra l’altro 14 aerei fra Mig29 e Su24, procurati dalla Russia e prontamente riverniciati e affidati a piloti mercenari, e potrebbero essere stati loro a colpire al-Watiya distruggendo alcune infrastrutture da difesa e apparecchiature da disturbo nelle comunicazioni recentemente istallate dai militari turchi.
Il Libya Akbhar, considerato vicino ad Haftar, ha riportato di “sei morti fra gli ufficiali turchi”, ma la cosa è stata smentita dal Governo di accordo nazionale e dal comando militare turco. Un’altra versione, sempre proposta dal Libya Akbhar, vede il coinvolgimento di Mirage in dotazione agli Emirati Arabi Uniti o di Rafale egiziani, ma questo poco cambia la determinazione di Tripoli e di Erdogan di puntare si Sirte e su al-Jufra, assestando un colpo micidiale al Lybian National Army di Haftar.