Libia. Il GNA chiede di punire i raid agli areoporti di Tripoli e Misurata

di Vanessa Tomassini

TUNISI. Il ministero degli Affari esteri del Governo di Accordo Nazionale (GNA) con sede a Tripoli, ha inviato una lettera, diffusa sulle sue pagine ufficiali dei social network, in cui esprime indignazione al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC) per i bombardamenti agli aeroporti internazionali di Mitiga e Misurata da parte del Libyan National Army (LNA), che definisce come “la milizia Haftar”.
La missiva, condivisa sabato sera, accusa il Consiglio di Sicurezza di assistere “pigramente ai crimini commessi dalle milizie di Haftar, più recentemente al bombardamento dell’area trasporto passeggeri dell’areoporto di Misurata”. La nota arriva dopo che sabato mattina l’aviazione dell’LNA, sotto il comando del maresciallo Khalifa Haftar, ha condotto diversi raid prima a Sirte e quindi a Misurata, dove due veivoli, uno della Libyan Airlines e uno della Libyan Wings, sarebbero stati lievementi danneggiati. Fonti locali affermano che anche un’antenna della sala di controllo dello scalo sarebbe stata compromessa. Nell’attacco uno dei lavoratori della società di gestione sarebbe rimasto ferito.
Il raid ha comportato una sospensione temporanea dei voli da e per Misurata di poche ore, mentre il Mitiga International Airport, l’unico scalo a disposizione dei cittadini nella capitale resta chiuso. Il Governo di Accordo Nazionale ha fatto appello al Consiglio di Sicurezza Onu affinchè “si assuma le proprie responsabilità nei confronti del popolo libico e dissuada l’aggressore, punendo e trattenendo i Paesi responsabili che sostengono le milizie di Haftar nella sua aggressione contro la capitale Tripoli”.
L’LNA ha affermato precedentemente di aver preso di mira gli areoporti di Tripoli e Misurata in quanto base logistica delle milizie islamiste, nonchè base di decollo e atterraggio per diversi droni turchi. A conferma sono state pubblicate sui social diversi immagini che mostrano droni di Ankara distrutti. Dall’inizio del conflitto, il 4 aprile scorso, Mitiga e Misurata International Airport sono stati ripetutamente bombardati per la presenza di obiettivi riconducibili agli interessi della Fratellanza Musulmana turca. Nella notte tra venerdì 26 e sabato 27 luglio, martedì 6 agosto e mercoledì 7 agosto e la notte tra il 17 e il 18 agosto, l’aviazione LNA e i suoi alleati avevano già condotto raid aerei, distruggendo una sala operatoria utilizzata per curare jihadisti e miliziani, ma anche scorte e munizioni appena consegnate da Ankara.
E’ opportuno ricordare che a poche centinaia di metri dallo scalo civile è presente l’Accademia Aerea di Misurata, dove il pannello degli esperti delle Nazioni Unite ha già riportato a gennaio 2018 la presenza di mercenari, e soprattutto un contingente militare italiano di oltre 400 uomini. Come spiega Claudio Bertolotti, esperto in aree di crisi, interesse strategico nazionale, sicurezza nazionale e Mediterraneo, nel suo ultimo rapporto pubblicato dall’Osservatorio Strategico Ce.Mi.S.S., l’Italia è presente a Misurata con “la missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (MIASIT), il cui compito consiste nel fornire assistenza e supporto al GNA libico ed è frutto della riconfigurazione, in un unico dispositivo, delle attività di supporto sanitario e umanitario previste dalla precedente Operazione Ippocrate (conclusa, come missione autonoma, il 31 dicembre 2017) e di alcuni compiti di supporto tecnico-manutentivo a favore della Guardia costiera libica rientranti nell’operazione Mare Sicuro. La nuova missione, che ha avuto inizio a gennaio 2018, ha l’obiettivo di rendere l’azione di assistenza e supporto in Libia maggiormente incisiva ed efficace, sostenendo le autorità libiche nell’azione di pacificazione e stabilizzazione del Paese e nel rafforzamento delle attività di controllo e contrasto dell’immigrazione illegale, dei traffici illegali e delle minacce alla sicurezza, in armonia con le linee di intervento decise dalle Nazioni Unite”.