Libia. Il ruolo del ministero della Governance: intervista al ministro al-Taher

a cura di Vanessa Tomassini

Domenica scorsa è stata diffusa sui social networks tra le comunità del sud della Libia la correzione di una decisione del Ministero della Governance Locale del Governo di Accordo Nazionale (GNA) riguardante le donne non libiche sposate con cittadini di nazionalità libica: il decreto interessava la possibilità per le donne senza la cittadinanza di lavorare in Libia.
Abbiamo raggiunto il ministro della Local Governance, Milad al-Taher, il quale ci ha spiegato che “la decisione è principalmente legata al matrimonio con donne ‘non arabe’, una definizione che ha creato perplessità tra le comunità Tuareg, Tebou ed Amazig. Per cui l’abbiamo corretta riaffermando il termine ‘non libici’. Queste comunità affermavano infatti di non esserte arabe, perciò abbiamo corretto il testo”.

– Cosa pensa delle richieste delle persone Tuareg che vivono in Libia da 40 anni e che non vedono ancora riconosciuto il loro diritto di cittadinanza?
“Come sapete il Ministero per la Governance Locale è un fornitore di servizi per tutto il popolo libico e cerchiamo di farlo il più possibile. Questo non rientra nell’ambito di applicazione della Local Governance, pertanto questa domanda dovrebbe essere diretta al Ministero dell’Interno”.

– Con l’attuale frammentazione politica in Libia come riesce oggi ad operare il Ministero della Local Governance?
“Certo, la frammentazione politica ha prodotto molti effetti, ma stiamo provando il più possibile a fornire servizi a tutto il popolo libico, ovunque. Come sapete il processo di Local Governance e decentralizzazione è ancora nuovo in Libia e ha bisogno di essere migliorato con molti più input da parte di diversi contributori”.

– Crede che le municipalità possano avere un ruolo nell’unificare il quadro politica in Libia?
“Sì, penso che i comuni possano avere un buon ruolo, perché i membri dei Consigli municipali sono stati eletti direttamente dal popolo”.

– Ritiene che anche altre municipalità stiano risentendo della guerra a Tripoli?
“Sì, penso che tutta la Libia sia colpita e risenta dell’attuale conflitto in corso a Tripoli. Oggi è così difficile per noi raggiungere tutte le persone per fornire loro i servizi necessari e richiesti”.

– Come ministro ha i poteri adeguati per svolgere il suo ruolo?
“Legalmente sì, godo di pieni poteri, ma a volte abbiamo dovuto affrontare alcune difficoltà”.

– Il fatto che il governo ad interim abbia nominato suoi sindaci in molte città complica la situazione?
“Certamente perché sostituiscono corpi eletti universalmente dal popolo, ma nell’interagire con queste municipalità noi ci interfacciamo solamente con i consigli eletti”.

Articolo in mediapartnership con SpecialeLibia.