Libia. Moavero Milanesi e Lavrov concordi, ‘evitare ultimatum e scadenze forzate’

Ma c’è l’incognita della conferenza di Palermo.

di Enrico Oliari

All’incontro di Mosca del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi con il collega russo Sergei Lavrov si è parlato di relazioni bilaterali e commerciali fra i due paesi, con queste ultime con segno positivo nonostante le sanzioni adottate dall’Ue per la questione della Crimea.
L’argomento centrale è stato tuttavia la crisi libica, da cui è risultata un’evidente consonanza a cominciare dalla necessità di evitare “ultimatum e scadenze forzate”. Lo ha affermato il ministro degli Esteri russo, per il quale “Russia e Italia mantengono un dialogo strutturato a diversi livelli sulla problematica libica. Crediamo che sia un imperativo obbligato quello di lavorare con tutte le forze libiche, mentre l’altro principio che ci guida, e che è condiviso anche dall’Italia, è evitare ultimatum e scadenze artificiose” nel processo di stabilizzazione della Libia.
Così, mentre è tramontato il proposito di tenere le elezioni libiche in novembre anche per la situazione che continua a rimanere caotica a causa dei colpi di testa delle varie milizie (si pensi ai recenti scontri di Tripoli), non resta che guardare alla conferenza di alto livello che dovrebbe tenersi il 12 e 13 novembre a Palermo, un vertice che a poco più di un mese si presenta con molte incognite soprattutto perché ancora non si sa chi vi parteciperà. Difficilmente di prenderanno parte i “big”, da Mike Pompeo a Vladimir Putin, ed un fallimento dell’incontro rischierebbe di indebolire ulteriormente il peso dell’Italia in un momento che vede la Francia di Emmanuel Macron giocare sottobanco per guadagnare l’appoggio degli Usa e scalzare l’Italia dalla sua zona di influenza.
Un aiuto all’Italia potrebbe arrivare proprio dalla Russia, con il Cremlino che farebbe pressioni sull’Egitto ed a sua volta sul generale “di Tobruk” Khalifa Haftar per prendere parte alla conferenza di Palermo ed incontrare il sempre più indebolito (ed appoggiato dall’Italia e dalla comunità internazionale) Fayez al-Serraj.