L’Italia vende due Fremm all’Egitto. Ma le indagini sul caso Regeni devono proseguire

di Enrico Oliari

Proteste, in particolare di Liberi e Uguali, per il via libera del governo alla vendita da parte di Fincantieri all’Egitto di due fregate Fremm. Da più parti si sarebbe preferito un atteggiamento di chiusura con il paese nordafricano per il caso Giulio Regeni, il giovane ricercatore di cui si erano perse le tracce nella capitale egiziana la notte del 25 gennaio 2016 (anniversario di Piazza Tahrir) ed il cui cadavere era stato ritrovato il 3 febbraio. Tra l’altro gli inquirenti italiani hanno chiesto più volte di poter sentire gli agenti dei servizi segreti egiziani sospettati di essere coinvolti nel barbaro assassinio del giovane e già risultano iscritti al registro degli indagati, ma dal Cairo non è arrivata tutta la collaborazione necessaria a far luce sulla vicenda.
Altresì è vero che la vendita di armi ed armamenti non va messa sullo stesso piano dell’indagine giudiziaria, e di certo un’eventuale irrigidimento delle relazioni bilaterali con l’Egitto creerebbe un clima tutt’altro che favorevole all’individuazione dei responsabili di quanto accaduto la notte del 25 gennaio 2016. Su Propaganda Live, in onda su La7, i genitori del giovane ricercatore hanno definito la vendita delle due navi “un tradimento per tutti gli italiani e coloro che credono nella giustizia”, ma è evidente che le due cose non possono essere collegate. Semmai è pienamente condivisibile la richiesta che vengano consegnati all’Italia per essere processati i 5 agenti della National security egiziana, magari insistendo attraverso la via diplomatica.
Nel solo 2019 l’Egitto ha acquistato armi dall’Italia per 871 milioni di euro, dato che piazza il paese africano tra i primi acquirenti di questo genere di Made in Italy, e la vendita delle due fregate, la “Spartaco Schergat” e la “Emilio Bianchi”, procureranno all’azienda triestina 1,2 miliardi di euro, occupazione e denaro per il fisco.
Il Fatto Quotidiano ha rivelato che l’operazione sarebbe parte di una commessa alle aziende italiane più ampia che comprenderebbe altre 4 fregate, 20 pattugliatori d’altura di Fincantieri, 24 caccia Eurofighter Typhoon e 20 velivoli da addestramento M346 di Leonardo, più un satellite da osservazione, per un valore totale fra i 9 e gli 11 miliardi di euro.
Le due Fremm di fabbricazione italiana si uniranno ad una simile venduta all’Egitto dalla Francia, e prenderanno il posto di due obsolete fregate Knox di produzione statunitense.
Gli acquirenti hanno infatti una vasta scelta di produttori, ma le Fremm rappresentano una nuova generazione di navi frutto di un progetto italo-francese (classe Bergamini e Aquitaine).

Giulio Regeni.