Mar Rosso: Confimprenditori, Urso ascolti le imprese italiane

“Negli ultimi tre mesi l’Italia ha perso 3,3 miliardi di euro per mancate o ritardate esportazioni e 5,5 miliardi per il mancato approvvigionamento di prodotti manifatturieri. Chiediamo al ministro Adolfo Urso di intervenire per salvare il Made in Italy, un mercato da oltre 500 miliardi che da solo vale circa il 30% del Pil del Paese. Servono decisioni immediate e concrete per sostenere questo settore e scongiurare una crisi economica che potrebbe rivelarsi disastrosa per l’intero sistema Italia. Dopo essersi seduta al tavolo con i sindacati, con il popolo dei trattori e con gli imprenditori della Silicon Valley, chiediamo alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di confrontarsi con il popolo degli imprenditori italiani. Tra i nostri associati non abbiamo aziende che porteranno l’uomo su Marte, ma le piccole e medie imprese sono il motore della nostra economia. Aiutare il popolo degli imprenditori significa salvare il tessuto economico italiano”. Lo ha detto il presidente di Confimprenditori, Stefano Ruvolo, in occasione della presentazione alla Camera dei Deputati del report sulla crisi nel Mar Rosso. “A soffrire di più in Europa la crisi del Medio Oriente sono le piccole e medie imprese italiane. La loro quota di export manifatturiero diretto nei Paesi extra Ue è pari al 32,7% del totale europeo, con un valore addirittura doppio rispetto alle omologhe imprese tedesche. Il mercato import ed export via mare vale per l’Italia 254 miliardi di euro. Oggi il traffico marittimo sul Mediterraneo è già in calo a vantaggio dei porti del Nord Europa. Se questa situazione dovesse protrarsi ancora, il fattore di crisi, ossia la scelta di porti nord europei, potrebbe diventare l’unica alternativa per il commercio, con ripercussioni ancora più negative per l’Italia. Chiediamo allo Stato di comportarsi da socio di maggioranza delle nostre piccole e medie imprese e di investire nuovo capitale nell’azienda Italia. Aiutare le piccole e medie imprese ad affrontare questa crisi significa sostenere il Made in Italy e salvare la nostra economia”.