Marocco. Le Forze armate penetrano a sud per ripristinare i collegamenti con la Mauritania chiusi dal Polisario

di Belkassem Yassine

RABAT (MAROCCO). Le Forze armate reali del Marocco sono intervenute, come riporta un comunicato dello stato maggiore, “In seguito al blocco da parte di una sessantina di miliziani armati del Polisario dell’asse stradale che attraversa la zona cuscinetto di Guerguarate, che collega il Regno del Marocco e la Repubblica Islamica di Mauritania”.
Da tre settimane membri del gruppo separatista del Polisario e dell’autoproclamata Repubblica Saharawi avevano infatti chiuso la via di collegamento tra i due paesi creando una coda di oltre 200 camion con merci destinate al Marocco. Alla base dell’iniziativa vi era la protesta per quella che il Polisario definisce “l’occupazione militare del Marocco dei territori della Repubblica Saharawi”, una questione aperta e che aveva portato 29 anni fa ad un cessate-il-fuoco non risolutivo della questione. In particolare con l’attuale sovrano Mohamed VI il Marocco si sta adoperando in una serie di iniziative diplomatiche volte a venire capo alla questione dicendosi disponibile ad una forte autonomia locale senza però rinunciare alla sovranità sul Sahara Occidentale (Sahara marocchino), ed anche oggi lo stato maggiore ha precisato nella nota che “Questa operazione, non offensiva e senza alcuna intenzione bellicosa, si svolge secondo regole di responsabilità chiare, che prescrivono di evitare contatti con persone civili e di ricorrere all’uso delle armi solo in caso di legittima difesa”.
Il ministro degli Affari esteri del Marocco, Nasser Bourita, ha annunciato che venerdì sera che “di fronte alle gravi e inaccettabili provocazioni delle milizie del Polisario, nella zona cuscinetto di Guergarate, nel Sahara marocchino, il Marocco ha deciso di agire in virtù dei suoi doveri e in piena conformità con la legalità internazionale”, aggiungendo che “il Regno del Marocco non ha avuto altra scelta se non quella di assumersi le proprie responsabilità per porre fine alla situazione di blocco e ripristinare la libera circolazione civile e commerciale” tra Marocco e Mauritania.
Da New York il segretario generale Antonio Guterres ha espresso rammarico per l’escalation militare, ed ha assicurato il suo personale impegno per ripristinare il prima possibile il cessate-il-fuoco.
Il presidente dell’autoproclamata Repubblica Saharawi, nonché segretario generale del Fronte Polisario (Frente Popular de Liberación de Saguía el Hamra y Río de Oro), Brahim Ghali, ha scritto una lettera urgente al Palazzo di vetro per “informare delle implicazioni dell’attacco delle forze marocchine nei confronti di civili saharawi disarmati che stavano manifestando pacificamente”, ma le immagini hanno riportato di miliziani armati e non di semplici manifestanti, i quali si sono comunque ritirati difronte all’intervento marocchino.
Le Far (Forze armate reali) hanno poi comunicato che “ora il passaggio di El Guerguerat è completamente sicuro grazie all’istituzione del cordone di sicurezza”, e che “Nel corso dell’operazione i miliziani armati del Polisario hanno aperto il fuoco contro le Forze Armate Reali che hanno reagito e obbligato i miliziani a fuggire, senza che vi siano state vittime. I miliziani del Polisario hanno incendiato il campo delle tende che avevano eretto e preso la fuga a bordo di Jeep e di autocarri verso est e sud, sotto gli occhi degli osservatori della MINURSO”.
La Farnesina ha emesso una nota in cui si legge che “L’Italia segue con grande attenzione le tensioni relative alla zona cuscinetto di El Guerguerat nel Sahara Occidentale ed esorta tutte le parti coinvolte ad esercitare moderazione e ad evitare il ricorso alla forza, nel pieno rispetto degli accordi di cessate il fuoco in vigore dal 1991.
Tale situazione rammenta l’urgenza di una pronta nomina del nuovo inviato personale del segretario generale per il Sahara occidentale.
L’Italia auspica che, in linea con la Risoluzione 2548 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, tutte le parti coinvolte si impegnino senza precondizioni e in buona fede a riprendere il negoziato per addivenire a una soluzione politica”.