Messico. Dopo le minacce di Trump, 6mila militari per blindare i confini

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Dopo che nei giorni scorsi il presidente Usa Donald Trump ha minacciato il Messico di dazi sulle merci se non avesse bloccato il flussi migratori diretti a nord, il governo messicano si è oggi impegnato a mandare 6mila militari a sud per blindare il confine con il Guatemala.
Gli Usa sono il primo partner commerciale del Messico, e l’attualità insegna che con le minacce del capo della Casa Bianca c’è poco da scherzare.
A confermare l’impegno del Messico è stato a Washington l’ambasciatore del paese latinoamericano, Marcelo Ebrard, ma già il Messico si è mosso bloccando 26 conti bancari di sospetti trafficanti di migranti e persino arrestando esponenti di associazioni attive per i diritti di coloro che partono dai paesi in guerra o poveri per dirigersi verso gli Stati Uniti.
Per evitare dazi fino al 25 per cento sulle merci sono state intavolate trattative che, stando alla bozza circolata, dovrebbero prevedere misure riguardati i soli rifugiati come la richiesta di asilo da presentare nel primo paese in cui chi è in fuga arriva, se ad esempio da El Salvador e dall’Honduras, in Guatemala. Inoltre vi sarebbe l’obbligo di attendere in Messico per l’espletamento delle domande di asilo rivolte agli Usa.
Circa 8mila migranti sono attualmente in attesa in Messico, a ridosso dei confini con gli Usa.