Montenegro. Mozione di sfiducia del Parlamento su un accordo che regola i legami con la SPC

di Alberto Galvi

Il Parlamento del Montenegro ha approvato una mozione di sfiducia nei confronti del gabinetto del primo ministro Dritan Abazovic a causa della firma di un accordo che regola i legami con la potente SPC, la Chiesa Ortodossa Serba. Degli 81 membri del Parlamento uno solo si è espresso contro la mozione di fiducia, e in 50 si sono detti a favore.
Questa è stata la seconda mozione di sfiducia dell’anno, dopo il crollo a febbraio del gabinetto del primo ministro Zdravko Krivokapic, sostenuto proprio dalla SPC. I litigi politici in Montenegro hanno bloccato i progressi di integrazione nell’Unione europea, e sfidato nel 2017 l’ex alleato russo per aderire alla NATO.
L’accordo con la Chiesa Ortodossa Serba riguardava una serie di questioni, comprese le misure per fornire un quadro normativo per le centinaia di proprietà, comprese chiese e monasteri. Il primo ministro Dritan Abazovic, leader del movimento civico verde URA (Azione Riformista Unita), ha elogiato l’accordo nella speranza che potesse appianare le relazioni tra i gruppi divisivi nel paese. La politica montenegrina è stata a lungo segnata da divisioni tra coloro che si identificano come montenegrini, e i serbi filo-russi, circa un terzo della popolazione, che si sono opposti all’indipendenza del Montenegro dall’unione statale con la Serbia.
Si ritiene che dietro la mozione di sfiducia vi fossero gruppi criminali influenti nei partiti, intenzionati a bloccare le misure anti-corruzione proposte dal governo.
La SPC è l’istituzione religiosa principale, ma gli oppositori l’accusano di servire gli interessi della vicina Serbia.