Mozambico: visita storica di Nyusi in Cina

di Valentino De Bernardis

Nyusi con xiSi è conclusa la visita ufficiale cinque giorni (16-21 maggio) del presidente della Repubblica del Mozambico Filipe Jacinto Nyusi in Cina. Un evento di primissimo piano, destinato a rimanere nella storia dei rapporti bilaterali tra i due paesi, che mai da più di qualche anno dimostrano un reciproco desiderio di innalzare ad un piano strategico e più strutturato le loro relazioni. Un’importante missione di sistema del paese africano che ha visto la presenza di una folta delegazione dell’esecutivo con il ministro degli esteri Oldemiro Baloi, Industria e Commercio Ernesto Max Tonela, Lavori Pubblici e Risorse Idriche Carlos Bonete Martin, Cultura e Turismo, Silva Dunduro.
Si è trattato del primo viaggio ufficiale a Pechino di Nyusi da quando è stato eletto alla presidenza nel gennaio 2015, e del secondo incontro incontro personale con il suo omologo cinese Xi Jinping, dopo l’incontro dello scorso dicembre a margine del Forum per la Cooperazione Sino-Africana (FOCAC), dove venne concesso al Mozambico lo status di “partner prioritario” per la Cina che si sarebbe impegnata ad investire nel paese $5 miliardi nei successivi due anni. Già dal 2015 la Cina è diventato di fatto il primo paese creditore del Mozambico, con l’ultima erogazione di un nuovo prestito di $400 milioni, andando ad incrementare i fondi ad esso dedicati del 160% nel breve volgere di tre anni.
Il programma della visita mozambicana si è basato essenzialmente su tematiche di carattere economico-diplomatico, alla ricerca di obiettivi comuni, o quantomeno complementari, in grado di dare reciproca soddisfazione agli interessi di Maputo e Pechino. La missione africana ha avuto inizio da Nanjing, capitale della provincia di Jiangsu per prendere parte ai lavori del Business Forum Sino-Mozambicano. L’occasione è stata utile per il presidente Nyusi per spegnere sul nascere le preoccupazioni sull’andamento economico del proprio paese, confermando di fatto una lieve flessione della crescita rispetto a quanto previsto nella finanziaria per l’anno corrente, attestandosi all’interno di una forchetta tra il 6-7%. Riduzione fatta ricadere quasi completamente alla pressione di fattori esogeni al Mozambico, quale una congiuntura economica internazionale negativa, dil prolungato prezzo basso di alcune materie prime (ad es. alluminio) dalla cui commercializzazione è dipendente. Dati importanti e certamente più ottimistici di quanto previsto dal Fondo Monetario Internazionale, che ad aprile 2016 prevedeva per il paese dell’africa australe una crescita del 6% (in forte diminuzione dell’8,2% previsto ad ottobre 2015).
Di particolare importanza la giornata di mercoledì 18 maggio, con l’incontro Nyusi-Xi Jinping a cui sono seguite le firme di numerosi accordi di cooperazione dal settore industriale a quello estrattivo di gas naturali a quello della sicurezza. Le latenti potenzialità economiche mozambicane rappresentano per il governo di Pechino una ricca occasione da non farsi sfuggire, con una base da cui partire già di per se consistente, con circa 80 aziende medio-grandi presenti sul territorio impegnate a sostenere lo sviluppo di Maputo.
Da parte sua Pechino può mettere di fatto sul piatto della bilancia quel know how tecnologico, di formazione del personale e supporto finanziario (attraverso piccoli prestiti mirati per singoli progetti nella costruzione di strade, aeroporti e uffici governativi) che fanno gola a molti governi africani, di cui Maputo non fa eccezione. Contropartite necessarie per il Mozambico per poter procedere allo sfruttamento e alla commercializzazione delle risorse naturali del sottosuolo (in-shore ed off-shore), e al definitivo decollo industriale per diversificare l’economia nazionale e mitigare gli shock esogeni come successo in passato.
Oltre ai ritorni diretti nel merio periodo legati alle concessioni per lo sfruttamento di gas e alle importanti commesse che la Cina si andrebbe ad aggiudicare nella costruzione di porti ed infrastrutture, il governo cinese avrebbe altri ritorni nel lungo periodo anche in campo commerciale. Il Mozambico diventerebbe nei fatti la porta di accesso privilegiata per i mercati del sud-est africano, e potenzialmente parte integrante della “via della seta marittima del XXI secolo”. Un progetto commerciale-diplomatico che in qualche forma inizia già a prendere forma, con il commercio bilaterale nei primi nove mesi del 2015 giunto a $1,79 miliardi.
Il caso ha voluto che la visita di Nyusi giungesse a meno di un mese dallo scandalo che ha investito il Mozambico per aver fornito una situazione dei conti pubblici inesatta al Fondo Monetario Internazionale, con la successiva decisione di sospendere i fondi dedicati al paese. Uno scandalo accompagnato dal successivo declassamento da parte di Fitch del debito sovrano a CCC e da una perdurante crisi economica e di liquidità a cui la prevista pioggia di yuan potrebbe dare una mano ad uscirne fuori.

@debernardisv
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