Nagorno Karabakh. Violazioni del cessate-il-fuoco: missili armeni sulle case dei civili a Ganja

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Non sta funzionando il cessate-il-fuoco in Nagorno Karabakh stabilito nell’incontro di due giorni fa a Mosca, mediato dal ministro degli Esteri Sergei Lavrov alla presenza dei colleghi di Azerbaijan, Jeihun Bayramov, e di Armenia, Zohrab Mnatsakanian. L’incontro era stato voluto dal presidente russo Vladimir Putin, paese co-presidente del Gruppo Osce “Minsk”, questo voluto dalla comunità internazionale per gestire il trentennale conflitto tra i due paesi dell’Asia centrale.
Al di là delle consuete accuse reciproche di violazione della tregua, tipiche di simili situazioni, c’è da registrare la morte di 7 civili azeri nella città di Ganja, la seconda del paese. lo ha reso noto il ministero degli Esteri dell’Azerbaijan, nella cui nota si legge che “Nonostante l’accordo raggiunto durante la riunione dei ministri degli Esteri della Repubblica dell’Azerbaigian e della Repubblica d’Armenia a Mosca con la mediazione della Federazione Russa, per osservare un cessate-il-fuoco umanitario dalle ore 12.00 del 10 ottobre 2020, le forze armate dell’Armenia continuano a violare gravemente l’accordo.
Immediatamente dopo l’istituzione di un cessate-il-fuoco umanitario, le forze armate dell’Armenia hanno sparato sui distretti di Agdam e Tartar dell’Azerbaigian. Poche ore dopo, le forze armate dell’Armenia hanno tentato di attaccare in direzione di Hadrut e Jabrayil.
Un operatore sanitario è rimasto gravemente ferito a seguito della sparatoria da parte delle forze armate dell’Armenia su un veicolo sanitario, chiaramente contrassegnato da una bandiera bianca, che raccoglieva i corpi dei soldati armeni nella zona di Sugovshan.
La notte dell’11 ottobre Ganja, la seconda città più grande dell’Azerbaigian, collocata ben oltre la linea del fronte, è stata colpita dai razzi delle forze armate dell’Armenia. L’attacco ha ucciso sette civili e ne ha feriti altri 39, inclusi minori.
Il bombardamento di civili e città da parte delle forze armate dell’Armenia dopo l’accordo di cessate il fuoco umanitario è un altro chiaro esempio di barbarie e mostra che gli appelli al cessate il fuoco della leadership dell’Armenia non sono altro che ipocrisia.
Il deliberato fuoco dell’Armenia su civili, case, oggetti civili e personale medico come parte della sua politica di aggressione contro l’Azerbaigian, dimostra ancora una volta il disprezzo dell’Armenia per le norme e i principi fondamentali del diritto internazionale, compreso il diritto internazionale umanitario e le Convenzioni di Ginevra, oltre a dimostrare che sta chiaramente violando i suoi obblighi ed è lontano dai principi di umanità.
Condanniamo fermamente questi atti di aggressione da parte dell’Armenia e chiediamo alla comunità internazionale di adottare misure decisive per costringere l’aggressore Armenia a rispettare il diritto internazionale e i suoi obblighi internazionali.
La piena responsabilità della situazione nella regione ricade sulla leadership politica e militare armena”.

L’ambasciatore Mammad Ahmadzada.
L’ambasciatore azero in Italia, Mammad Ahmadzada, ha dichiarato in una nota che “L’Azerbaigian, nonostante sia il paese aggredito militarmente e i suoi territori rimangano sotto l’occupazione, ha accolto positivamente gli appelli della comunità internazionale per un cessate-il-fuoco, poiché noi siamo sempre stati per una soluzione pacifica del conflitto. Ma ciò che è avvenuto durante le ultime 24 ore dimostra ancora una volta il disprezzo dell’Armenia per le norme e i principi fondamentali del diritto internazionale e il suo tentativo, vittimizzandosi, di trarre in inganno il mondo. Questo accordo ha incoraggiato l’Armenia a rafforzare i suoi atti terroristici contro l’Azerbaigian, ad attaccare le nostre città e ad uccidere i nostri civili, con l’uso di bombe a grappolo. L’esperienza ha dimostrato un’altra volta che l’approccio bilanciato verso le parti del conflitto e il metterle sullo stesso piano non ha portato nessun risultato, anzi ha favorito l’aggressione dell’Armenia e la sua mancanza di rispetto per il diritto internazionale. Aspettiamo che il governo italiano, tutto il mondo politico, la società civile d’Italia condannino le barbarie e il terrorismo di stato dell’Armenia e adottino misure decisive per costringere l’aggressore Armenia a rispettare il diritto internazionale e i suoi obblighi internazionali”.