Nel Regno (poco) Unito il 59% degli scozzesi vuole l’Ue e l’indipendenza

di Notizie Geopolitiche – 

scozia_flagIl referendum sull’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, la cosiddetta Brexit, tenutosi il 23 giugno scorso e che ha diviso in due la popolazione del paese, ha incrementato ulteriormente le spinte indipendentiste interne al Regno Unito.
Nonostante il voto abbia visto nel complesso una vittoria, con il 51.9% dei consensi, dei sostenitori del “Leave”, ossia di coloro favorevoli a lasciare l’Ue, i cittadini di Scozia ed Irlanda del Nord, regioni poco popolose, si sono espressi in senso contrario ai loro connazionali di Galles ed Inghilterra, rispettivamente con il 62% e 56% di voti per il “Remain”.
I governi dei due stati hanno quindi subito fatto sapere che non si adegueranno ad una decisione contraria alla loro scelta e, mentre a Belfast si richiede una consultazione popolare per annettere il territorio nordirlandese all’Irlanda, la premier scozzese, Nicola Sturgeon, ha subito dichiarato che “nessuno obbligherà gli la Scozia a lasciare l’Ue contro la volontà del suo popolo”, annunciando che Edimburgo inizierà a breve colloqui con Bruxelles e con gli altri paesi comunitari in quanto “il futuro del nostro stato è nell’Unione Europea” e che quindi verrà richiesto un nuovo referendum per l’indipendenza da Londra, con il quale gli scozzesi possano decidere il loro destino.
Già il 18 settembre 2014 si era tenuta una votazione analoga, in tale occasione si ebbe una vittoria degli unionisti con il 55.3% dei voti, in quel caso però la scelta sarebbe stata tra il Regno Unito, all’interno dell’Ue, o l’indipendenza al di fuori di essa, oggi le condizioni si ribalterebbero, la secessione significherebbe infatti rimanere con Bruxelles come paese comunitario, con tutti i vantaggi che comporterebbe, evitando i rischi del salto nel buio che si accinge a compiere la Gran Bretagna.
Questo fatto, secondo un sondaggio pubblicato dal settimanale scozzese Sunday Post, ha stravolto l’opinione della popolazione, che ad oggi sarebbe per il 59% favorevole all’indipendenza dal Regno Unito e quindi alla permanenza nell’Unione Europea.
Il referendum voluto dal premier (dimissionario) David Cameron, oltre a disgregare parzialmente l’Ue, privandola di un suo membro non comunque fondamentale per garantirne l’esistenza, sta di fatto rischiando di distruggere la stessa Gran Bretagna, rendendo il nome Regno Unito non del tutto appropriato per definire il paese nelle sue condizioni attuali, e forse anche future.