Nepal. Elezioni parlamentari: il voto del 20 novembre sarà uno scontro tra nuova e vecchia politica

di Alberto Galvi

Le prossime elezioni in Nepal saranno una gara tra i partiti tradizionali e quelli di nuova formazione che hanno spezzato la lunga e forte egemonia dei principali partiti politici. Il primo ministro Sher Bahadur Deuba, che è al potere dal luglio dello scorso anno, sarà il candidato di un’alleanza di comunisti, tra cui ex ribelli maoisti, e il partito centrista del Congresso nepalese. Il principale partito d’opposizione è il partito comunista nepalese UML, dell’ex primo ministro KP Sharma Oli, considerato più vicino a Pechino.
Quasi tutti i nuovi candidati sono unanimi nel chiedere il pensionamento dei vecchi politici e la loro sostituzione con una nuova generazione di candidati. Non ci sono sondaggi sulla popolarità dei partiti politici, ma la percezione generale dei partiti principali e dei politici di alto livello è bassa a causa della loro incompetenza e inefficienza.
Lo scontro sarà quindi tra i politici di carriera contro i candidati esordienti. A differenza delle precedenti elezioni parlamentari, questa volta ci sono molti candidati indipendenti. I massimi esponenti politici si ritrovano a confrontarsi con nuovi aspiranti leader come Rahul Kumar Mishra, ex presidente del sindacato studentesco Nepal-Tarai, Yug Pathak, scrittore, giornalista e commentatore politico, e Sagar Dhakal, candidato indipendente, che è stato aggressivo sui social media per quanto riguarda le sue opinioni secondo cui la vecchia guardia dovrebbe ritirarsi dalla politica.
Un Nepal politicamente instabile ha visto 10 governi susseguirsi dal 2008, quando la monarchia è stata abolita. Il primo ministro è eletto indirettamente attraverso le elezioni del Parlamento federale. In questa tornata elettorale si terranno contemporaneamente anche le elezioni per sette assemblee statali, istituite ai sensi della prima costituzione con la caduta della monarchia, adottata nel 2015.