Pakistan. Assolta Asia Bibi: potrà lasciare il Pakistan

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Per placare le consistenti proteste dei gruppi islamici radicali la Corte suprema pakistana ha riesaminato in appello la sentenza di assoluzione di Asia Bibi. La donna pachistana di fede cristiano-cattolica era stata condannata a morte nel 2010 per blasfemia, pena confermata in secondo grado nel 2014, ma poi era stata assolta con formula piena nell’ottobre scorso dalla Corte suprema. Da allora era rimasta custodita in un luogo segreto, in stato libero, per la sua sicurezza, fino ad oggi quando la Corte suprema ha sentenziato la correttezza piena del precedente processo dichiarando la 47enne Asia Bibi innocente e quindi libera di lasciare il paese.
Affermando che “la petizione (l’appello) è stata respinta”, il giudice Asif Saeed Khosa ha aggiunto che “Voi pensate che noi potremmo condannare a morte qualcuno sulla base di prove false. Non c’è una dichiarazione che combaci con l’altra”.
Asia Bibi era una lavoratrice agricola impegnata il giorno dei fatti nella raccolta di bacche, quando scoppiò un diverbio con le altre lavoratrici in quanto aveva toccato un recipiente dell’acqua per dissetarsi prima di loro, musulmane, le stesse che poi l’avevano accusata di aver offeso Maometto.
A confermare le accuse un uomo che poi però ritrattò la sua testimonianza per “pentimento”.
Contestualmente è esplosa la protesta dei partiti e delle associazioni islamiche, in particolare del partito Tlp (Tehreek Labbaik Pakistan), i cui militanti hanno annunciato proteste “da infiammare il paese”.