Palestina. L’Onu contro l’occupazione dei territori

di Shorsh Surme

Il coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente ha parlato alle Nazioni Unite presentando un rapporto trimestrale sull’attuazione della risoluzione 2334 riguardante gli insediamenti illegali israeliani nei territori palestinesi occupati dal 1967, compresa Gerusalemme Est.
La risoluzione 2334 richiede che vengano intraprese misure per invertire immediatamente le iniziative sul campo che mettono in pericolo la soluzione a due Stati. Ma le tendenze negative continuano.
In totale circa 4.780 unità sono state avanzate nell’area C della Cisgiordania, per cui la demolizione e il sequestro delle proprietà palestinesi continuano.
Il devastante conflitto a Gaza continua insieme alla violenza in Cisgiordania. A Gaza l’impatto umanitario delle ostilità è stato catastrofico.
L’uccisione di civili nella Striscia di Gaza avviene a un ritmo senza precedenti. Nei punti di distribuzione degli aiuti si sono verificati almeno 26 attacchi contro richiedenti aiuti. Colpiti gli ospedali, che non devono diventare campi di battaglia e devono essere protetti. La carestia nel nord della Striscia di Gaza è imminente.
Il capo del Pentagono Lioyd Austin, parlando all’inizio dell’incontro con il ministro della Difesa israeliano, ha affermato che proteggere i civili palestinesi è un imperativo morale e strategico.
Austin ha definito la situazione a Gaza una “catastrofe umanitaria”. Dal 7 ottobre, più di 32mila persone sono state uccise nell’enclave costiera.
L’incontro tra i due capi della difesa è andato avanti anche se Israele ha improvvisamente annullato la visita di una delegazione di alto livello a Washington per protestare contro l’astensione degli Stati Uniti durante il voto di lunedì del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che ha approvato una risoluzione che chiedeva un cessate-il-fuoco immediato. Gli Stati Uniti hanno deciso di non esercitare il potere di veto e la risoluzione è stata approvata 14-0.
Amnesty International ha accolto con favore il nuovo rapporto del relatore speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, che rileva che esistono “fondati motivi per ritenere che sia stata raggiunta la soglia che indica che Israele ha commesso un genocidio”.
“Si tratta di un lavoro cruciale che deve fungere da vitale invito all’azione per gli Stati. Devono rispettare gli obblighi derivanti dalla Convenzione sul genocidio e adottare misure concrete per proteggere i palestinesi di Gaza”, ha affermato in una nota il segretario generale di Amnesty International, Agnes Callamard.
Callamard ha invitato gli stati a esercitare pressioni politiche sulle parti in conflitto affinché attuino la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Ha detto che devono usare la loro influenza per convincere Israele a rispettare la risoluzione, compresa la cessazione dei bombardamenti e la rimozione delle restrizioni sugli aiuti umanitari.
Ha inoltre invitato tutti gli Stati a imporre un embargo globale sulle armi contro tutte le parti in conflitto e a fare pressione su Hamas e sugli altri gruppi armati affinché liberino tutti i prigionieri civili.