Putin alle Camere, ‘pronto al disgelo con gli Usa. Ma gestiremo noi il nostro destino’

di Guido Keller

Putin camera grandeIl presidente russo Vladimir Putin ha tenuto il suo discorso annuale alla nazione davanti alle Camere riunite, un intervento di tono ben diverso a quello di un anno fa, ora che lo scenario internazionale sta vedendo importanti cambiamenti quali la Brexit, l’avvicinamento alla Turchia di Recep Tayyp Erdog, il cambiamento dello scenario siriano e soprattutto l’elezione negli Usa di un presidente che quantomeno non si dichiara russofobo.
Tant’è che Putin si è detto “pronto al disgelo con gli Usa”, pur ribadendo che la Russia “saprà gestire il proprio destino senza suggerimenti o consigli non richiesti”. “E’ infatti importante normalizzare e sviluppare le nostre relazioni bilaterali, su basi paritarie e di comune interesse”, e “sono sinceramente disposto a prendere parte nella soluzione dei problemi regionali e globali, laddove il nostro coinvolgimento è appropriato, necessario e richiesto”. L’allusione è innanzitutto alla crisi siriana, per cui il presidente russo sta indirettamente sfidando l’amministrazione di Washington, che si insedierà il 20 gennaio, ad un cambio di strategia, ovvero dal passare dall’appoggio ai ribelli ed ai loro alleati salafiti e qaedisti ad una soluzione del conflitto che non escluda il ruolo del presidente Bashar al-Assad e che quindi conservi per la Russia la zona di influenza.
“Speriamo di unire le forze con gli Stati Uniti nella lotta contro una minaccia reale e non inventata: il terrorismo internazionale”, ha insistito il leader del Cremlino, aggiungendo di non voler cercare “antagonismi” ne’ “nemici”.
Nel suo intervento Putin ha riservato una stoccata all’Unione Europea, dopo che nei giorni scorsi l’Europarlamento ha votato una risoluzione, a dire il vero non vincolante, promossa dalla polacca Anna Fotyga contro i media russi e russofili attivi nel territorio Ue: “nessuno può vietare di pensare liberamente ed esprimere apertamente la propria posizione in politica, economia, sui media”, ha sentenziato Putin.
In tema di economia il presidente russo ne ha puntualizzato il miglioramento, indicando che nell’arco di un anno si è passati dal 12,9% di inflazione al 6% di oggi: “Spero – ha detto – che quest’anno non salirà al di sopra del 6% e sarà del 5,8%. La dinamica, ovviamente, è positiva”.
Ha anche spiegato che le difficoltà dell’economia russa non sono tanto dovute alle sanzioni, quanto a fattori interni, dove la piaga della corruzione si fa sentire. Va quindi sostenuta l’azione della magistratura contro la corruzione senza guardare in faccia a nessuno, tant’è che a metà novembre i servizi segreti hanno arrestato di notte il ministro dello Sviluppo economico Aleksei Ulyukaev proprio per una questione di mazzette e di favoreggiamento.
Sulla Crimea e la crisi che la interessa Putin si è limitato a dire che è allo studio un progetto per costruire una strada e un ponte ferroviario che colleghi il territorio russo con la Crimea.
Le parole di Putin sono all’unisono con quelle del ministro degli Esteri Sergei Lavrov, giunto a Roma per partecipare al Med2016, il quale ha dichiarato sul Corriere della Sera che la Russia è pronta a fare la sua parte per un nuovo disgelo con gli Stati Uniti e che “abbiamo fiducia che la nuova amministrazione non voglia ripetere gli errori commessi da quella uscente, che ha volutamente distrutto le relazioni russo-americane; abbiamo accolto positivamente la propensione alla cooperazione tra i nostri due paesi dimostrata da Trump durante la campagna elettorale”, ma “ripristinare la cooperazione a tutto campo tra Russia e Usa è un obiettivo complesso” e “saranno necessari sforzi seri da entrambe le parti”.